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sabato 9 gennaio 2010

Il Programma di Thomas Castangia


Pubblichiamo di seguito le linee programmatiche del candidato segretario provinciale del PD, Thomas Castangia.

Una nuova idea di rappresentanza
Non è più tempo di chiedere deleghe in bianco, ancorate alle logiche dell’appartenenza al gruppo o del legame personale. Per costruire il Partito nuovo, davvero e non solo sulla carta, è necessario chiarire dal principio la posizione sulla quale chiedere la delega, è necessario centrare la formazione del consenso sulla proposta e sulla credibilità delle persone che la incarnano.

Da troppo tempo i democratici sardi, iscritti ed elettori, si confrontano ed a volte si scontrano non su differenti proposte politiche e programmatiche ma su ormai consolidate diffidenze personali celate da dichiarazioni di principio poco più che generiche.

La mozione “Ripartire dai circoli” vuole uscire da questo schema sterile per avanzare una proposta concreta, che ha sullo sfondo un’idea chiara della Sardegna e del Partito e pone al centro la funzione dell’organismo territoriale – l’Assemblea provinciale – che il 16 gennaio i democratici sardi andranno ad eleggere.


1. L’idea di Sardegna, l’idea di Partito

1.1- Per l’autogoverno della Sardegna

Siamo autonomisti perché riteniamo che sia venuto il tempo per tutti i cittadini sardi di essere liberi di decidere sulla propria vita, liberi di assumersi la responsabilità del vivere insieme, non contro qualcuno, non per chiudersi in un isolamento difensivo; al contrario, per aprirsi al mondo, con quello che sono oggi, con la propria storia, con la propria specificità ma, soprattutto, con quello che saranno capaci di progettare per il domani.

Consideriamo morta la stagione della sterile rivendicazione autonomista e riteniamo invece che si debbano avanzare proposte nuove e concrete, che nascano su basi socialmente solide - partecipate e condivise, e portarle sui tavoli negoziali di Roma e Bruxelles, sostenendole con la massima energia.

L’autogoverno al quale guardiamo, quello democratico propositivo, aperto, realizzato nel quadro del federalismo solidale, è una costruzione collettiva che cresce attraverso le azioni quotidiane di tutti: cittadini, militanti, politici.


1.2- Per il Partito Democratico Sardo

Solo un Partito Democratico Sardo unito al PD nazionale da un patto federativo, ma totalmente autonomo, con un proprio statuto e una propria organizzazione, sarà capace di costruire un’alternativa progressista convincente per i cittadini e sarà in grado di tradurre il progetto politico in efficace azione riformatrice.

Ma il Partito Democratico Sardo dovrà, con i fatti, dimostrare ai cittadini sardi che, attraverso la pratica dell’autonomia, la loro vita migliora: dovrà essere un Partito più efficiente, più organizzato, più aperto, più democratico e in grado di selezionare amministratori competenti e capaci.

I continui appelli tanto all’autonomia da Roma, quanto all’identità democratica del Partito suonano ormai vuoti perché alle parole raramente sono seguiti i fatti.

L’identità non è qualcosa che si costruisce a tavolino; è un insieme dinamico di caratteristiche che risulta da quello che facciamo più che da quello che diciamo di voler fare. Sono le posizioni e le azioni politiche a costruire e rendere chiara l’identità di una forza politica. Non altro. L’identità è quello che vediamo, quello che possiamo raccontare, dopo che le cose vengono fatte.


2. I Circoli al centro: il ruolo della Segreteria Provinciale


La Segreteria provinciale è l’organismo territoriale più vicino ai Circoli e il suo ruolo fondamentale è quello di coordinare l’attività dei Circoli stessi rendendoli il vero motore politico del Partito.

Per centrare l’obiettivo è necessario che la segreteria provinciale: 1- lavori per rafforzare il ruolo dei Circoli; 2- promuova la condivisione da parte di tutte le strutture del Partito di buone pratiche e regole utili per sviluppare al meglio l’azione politica; 3- costruisca gli strumenti necessari per un coordinamento partecipato.


2.1- Il ruolo dei Circoli

Non basta affermare che Il PD deve essere un Partito aperto alla società. Dobbiamo lavorare alla costruzione di un Partito che viva nella società, che sia, esso stesso, società, nel quale lo scambio tra Partito e cittadini sia costante, dove sia normale consultare la base sulle grandi questioni, nel quale l’elaborazione sia continua e partecipata e la chiarezza e la trasparenza siano il metodo.

Tutto questo è possibile solo con un nuovo e più forte ruolo dei Circoli nel Partito.
La Segreteria Provinciale deve porsi come punto di riferimento per i Circoli perché solo in questo modo è possibile dare voce ad un territorio complesso ed eterogeneo quale quello della Provincia di Cagliari.


2.2- Circoli più aperti, Circoli più forti

I Circoli sempre più dovranno diventare luoghi aperti dove sia possibile per tutti i cittadini - iscritti e non iscritti - progettare e realizzare insieme iniziative politiche e sociali.

Pensiamo a un Circolo che viva attraverso il contributo non solo degli iscritti, ma anche dei simpatizzanti, delle associazioni, dei gruppi di cittadini. Pensiamo a un Circolo nel quale diversi soggetti si confrontino su questioni specifiche e di fondo con la possibilità, per ciascuno, di contribuire, alla definizioni di posizioni e alla definizione dell’iniziativa politica.

In questo modo si favorisce l’incremento delle iscrizioni al Partito grazie al clima favorevole di conoscenza e fiducia reciproca creato dalla condivisione del lavoro e dalla soddisfazione per i risultati ottenuti.

L’attuale norma che utilizza il criterio della residenza per l’iscrizione al Circolo territoriale, non va nel senso dell’incremento della partecipazione alla vita politica e per questo proporremo che venga modificata.


2.3- Le risorse finanziarie

I Circoli devono lavorare di più e meglio, ma per raggiungere questo obiettivo servono più risorse economiche.

Va ripensato il sistema del finanziamento dei Circoli con l’obiettivo di renderli autosufficienti sotto il profilo finanziario.

Proponiamo che ai Circoli vadano - oltre che parte dei proventi derivanti dal tesseramento - quote dei rimborsi elettorali e del contributo degli eletti. In particolare gli introiti da tesseramento, frutto diretto della capacità di attrazione di iscritti da parte dei Circoli, dovrebbero essere la loro maggiore fonte di finanziamento: proponiamo che vada ai Circoli almeno il 80% di quanto ricavato dal tesseramento.


2.4- Competenze e consultazione continua

Un’organizzazione nella quale le competenze non sono ben definite funziona male e un’articolazione basata sul principio di sussidiarietà non può prescindere dalla definizione degli ambiti di competenza.

In questo schema, delle competenze ripartite, i Circoli hanno piena e riconosciuta autonomia relativamente all’iniziativa politica sui temi locali che dovrebbero costituire il fulcro della loro azione politica.

Dovrà diventare prassi la consultazione dei soggetti che partecipano alla vita del Circolo (iscritti, associazioni, simpatizzanti) in merito alle proposte politiche specifiche, alle politiche di indirizzo, alle candidature a qualsiasi carica interna e esterna al Partito.


2.5- Strumenti di partecipazione: Sistema Informativo per la Partecipazione (SIPA)

Lo statuto nazionale prevede la realizzazione del SIPA (Sistema Informativo per la Partecipazione). Purtroppo questo utilissimo strumento non è mai stato realizzato. E’ necessario che venga realizzato al livello regionale e il nostro impegno è di realizzarlo almeno su scala provinciale.

Il SIPA è in sostanza una banca dati nella quale ciascun Circolo potrà inserire informazioni sull’attività politica e sulle proposte elaborate, condividendole con gli altri Circoli e con gli altri organi del Partito. In questo modo si creerà nel tempo un archivio di idee e di pratiche che andrà a costituire un patrimonio dell’intero Partito. Ciascun Circolo potrà, ad esempio, usufruire delle informazioni del SIPA come strumento di riferimento per risolvere in tempi rapidi problemi di natura organizzativa, per ottenere spunti su iniziative da proporre sul territorio, per organizzare iniziative insieme ad altri Circoli o per formare gruppi di lavoro inter-Circolo su un tema specifico.

Al SIPA potranno accedere anche i cittadini, segnalando problemi specifici e sottoponendo all’attenzione dei Circoli questioni specifiche.


2.6- Un Patto con i Circoli

La Segreteria Provinciale deve porsi come punto di riferimento per i Circoli ed essere capace di erogare servizi reali utili all’attività politica nel territorio.

Pensiamo alla possibilità di erogare servizi di natura giuridica, fornendo, ad esempio, schemi tipo per i Regolamenti di Circolo e offrendo un servizio di verifica formale degli stessi prima dell’approvazione per congruenza con le linee guida dei Regolamenti dei livelli superiori.

Pensiamo a servizi di natura contabile, con la fornitura di un piano dei conti standard, un manuale contabile e soprattutto, una bozza di bilancio preventivo e consuntivo; a servizi di sviluppo e gestione di un sito web, strutturato in maniera uniforme per garantire uniformità di stile e di comunicazione nel Partito; a servizi di grafica, per i comunicati da stampare e anche una convenzione diretta con stampatori


3. Un Partito che guarda al Futuro


Negli ultimi due anni il Partito Democratico ha speso l’80% del proprio tempo, delle proprie risorse e delle proprie energie nella definizione dei propri equilibri interni, non più del 20% a spiegare la propria visione della società ai sardi.

E’ ora di ribaltare le priorità del nostro impegno. Perseverare nelle divisioni sarebbe insopportabile agli occhi dei sardi e degli italiani che ci chiedono di parlare ed affrontare i loro problemi non i nostri, di smettere di discutere al nostro interno e di essere più presenti ed incisivi nella nostra capacità di fare opposizione ad una Giunta regionale e a un Governo che appaiono impegnati a difendere interessi particolari piuttosto che inclini a dare risposte alle insicurezze ed ai nuovi bisogni collettivi che emergono da uno scenario economico internazionale in profonda trasformazione.

Il Partito Democratico rimane lo strumento decisivo per contribuire alla trasformazione della società sarda. La diversità di opinioni, di estrazione culturale, persino gli atteggiamenti e gli stili personali presenti nel nostro Partito, sono una grande ricchezza perché affrontandole ci addestriamo, all’interno di un quadro di regole e di valori condiviso, a gestire la complessità del mondo che ci circonda.

Dobbiamo impegnarci insieme nella elaborazione politica, uscire dalla retorica dei facili slogan o dalla riproposizione automatica di quanto fatto in passato. Ci sono temi come l’acqua, l’energia, il paesaggio che vanno salvaguardati come beni comuni, indisponibili per la speculazione privata, sui quali il centro destra appare in grave ritardo di proposte. C’è il tema della scuola, della università, della formazione, del welfare dove dobbiamo preparaci ad un confronto duro tra modelli contrapposti.

Dobbiamo contribuire a far crescere una nuova generazione politica la cui attenzione si è risvegliata in questi anni, ma che ha bisogno di sostegno per trovare spazio e ruolo sia nelle aree urbane che nei territori della nostra provincia.

Dobbiamo partecipare attivamente negli organismi di Partito, animare i forum tematici, innervare il dibattito interno con proposte di attività e programmi. Dobbiamo contribuire ad esprimere candidature di alto profilo alle elezioni amministrative. In generale, dobbiamo rafforzare e caratterizzare la nostra presenza nel Partito con proposte di qualità.

Il futuro del Partito Democratico risiede anche nella capacità concreta di trasformare l’immagine collettiva della vita dentro la politica: la trasparenza contabile e finanziaria, la qualità della gestione organizzativa, la chiarezza e la semplicità delle forme di comunicazione al territorio sono un patrimonio che noi dobbiamo costruire affinché questo progetto sia ereditato dai nostri figli.

Dobbiamo aver coraggio per continuare a costruire il Partito nuovo, perché serve coraggio per rompere le appartenenze e guardare alle proposte. Serve coraggio per essere democratici e servono idee e persone nuove per costruire la nuova casa dei progressisti sardi.

Sentiamo forte la responsabilità di continuare a lottare per dare una risposta ai bisogni delle tante persone colpite direttamente dagli effetti di una crisi economica che ha radici lontane, ma colpisce vicino. Vogliamo, in definitiva, continuare a lavorare per una Sardegna migliore all’altezza delle aspirazioni e delle potenzialità dei sardi di oggi e di quelli di domani.


di Thomas Castangia

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