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mercoledì 19 maggio 2010

Riduzione dei costi della politica: le proposte del PD





Enrico Letta, commentando la proposta del ministro Calderoli di diminuire del 5% le indennita' dei parlamentari, durante la conferenza stampa di presentazione dell'Assemblea nazionale del partito il 21 e 22 maggio, ha ricordato che il governo Prodi tagliò gli stipendi di ministri e sottosegretari del 30% e insiste su un ritorno necessario ad una politica più sobria e attenta al Paese.

In Assemblea Nazionale, saranno affrontati una serie di punti programmatici, uno dei quali rigurada l'etica pubblica, a cominciare da precise proposte sulla riduzione dei costi della politica.

'Alle provocazioni del ministro Calderoli ci stiamo - ha detto Letta - ma si tratta, appunto, poco piu' di una provocazione. Comunque il governo Prodi ridusse gli stipendi di ministri e sottosegretari del 30%, quindi noi abbiamo le carte in regola per dire la nostra'. 'Noi il taglio - ha insistito Letta - quando siamo stati al governo lo abbiamo fatto'. Il vicesegretario del Pd ha sottolineato che per ridurre i costi della politica 'ci sono due dinamiche istituzionali; la prima e' costituita dalle scelte del governo in questo campo, l'altra e' quella che riguarda il Parlamento, visto che esso ha una sua autonomia'. Su questo secondo punto il Pd potra' dunque dire la sua indipendentemente dalle proposte legislative del governo. 'Il contributo di senatori e deputati - ha osservato - dovra' essere importante, visti i sacrifici che si chiedono ai cittadini'.


Inoltre il Pd, al di la' dei tagli alle indennita', avanzera' altre poposte, per esempio, ha spiegato, la trasparenza sulle altre voci. 'Chi non certifica le spese per gli assistenti parlamentari - ha sottolineato Letta - non potra' tener per se' i soldi, ma essi dovranno tornare all'erario'.

Tra l'altro il Coordinamento dei collaboratori parlamentari (Co.co.parl) afferma in un comunicato che solo l'attuazione di quest'ultima proposta di erogare il contributo per l'assistente parlamentare solo ai deputati che certificano di aver effettuato tale spesa, porterebbe 20 milioni di risparmio per le casse dello Stato.
'Il Coordinamento dei collaboratori parlamentari (Co.Co.Parl.) - si legge nel comunicato - apprende con soddisfazione la proposta avanzata dall'on. Enrico Letta, a nome del Partito democratico, di voler finalmente dare soluzione alla questione dei collaboratori parlamentari: legare l'erogazione del contributo relativo alle spese di segreteria all'effettivo instaurarsi di un regolare rapporto di lavoro'.

'Co.co.parl ha calcolato che per la sola Camera dei Deputati - prosegue la nota - l'introduzione di tale regime comporterebbe un risparmio di 20 milioni di euro all'anno. Infatti, ad oggi, a fronte dei 630 deputati che ricevono 4.190 euro al mese come rimborso per le spese relative alla segreteria, solamente 230 di essi risulta avere un assistente accreditato alla Camera'.

'Co.Co.Parl ritiene, inoltre - proseguono i collaboratori parlamentari - che il Parlamento italiano debba mutuare il modello europeo che prevede l'erogazione diretta dell'indennita' agli assistenti, il riconoscimento di modelli contrattuali tipo e la rendicontazione delle speseCio' consentirebbe infatti alle nostre Camere di soddisfare piu' esigenze: riduzione dei costi della politica, trasparenza nella gestione dei soldi pubblici ed eliminazione di anomalie contrattuali'.
(Fonte Ansa)

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