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giovedì 14 luglio 2011

«Il piano fluviale penalizza il paese»

SAN SPERATE. Una lunga striscia rossa corre lungo il perimetro tra il Rio Mannu ed il Rio Flumineddu, nel tratto che dall'incrocio per Monastir e Decimomannu porta dritto a Villasor. È il disegno del "piano fluviale" e la Regione non indugia e detta le condizioni: “In questa fascia è vietato edificare. O, ancora, effettuare interventi di ristrutturazione degli stabili››.  Risultato: “Oltre il 70 per cento del paese - evidenzia il sindaco, Antonio Paulis - è imprigionato dalle regole del programma che, così, impedisce uno sviluppo armonico ed una crescita dell'economia››. Vincoli stretti, strettissimi con il settore edilizio paralizzato e le attività produttive agonizzanti. “E' un ulteriore aggravio per il mercato del mattone - continua il primo cittadino - che è stato inghiottito in questi anni da regole troppo rigide››. La protesta esplode dunque anche nel Basso Campidano: “Abbiamo già sollecitato l'assessore all'Urbanistica Nicola Rassu a revocare il provvedimento e rivisitare il progetto prima che possa mettere in ginocchio gli imprenditori isolani››. L'accusa è chiara: “Le restrizioni - aggiunge il sindaco - penalizzano una grande fetta del nostro territorio impedendo la realizzazione di nuove strutture, la costruzione di caseggiati e la ristrutturazione degli edifici nel centro della città››.  Una situazione che allarma e mobilita amministratori, schieramenti politici eterogenei, tecnici, imprenditori e forza lavoro edile. “Siamo fortemente perplessi sulle ulteriori pesanti prescrizioni - conclude il sindaco speratino - che si aggiungono a quelle del piano di assetto idrogeologico. È assurdo, infatti, impostare un disegno che intrappoli l'edilizia e renda impossibile percorrere le strade per lo sviluppo del paese. Inconcepibile pensare che la piena del fiume possa raggiungere il centro abitato››. (l.p.)

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