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giovedì 5 luglio 2012

Alta tensione,
amministratori
in Prefettura


La tensione è ancora alta e gli animi non si sono placati. Ieri mattina una processione di cittadini ha affollato il Municipio per parlare con il sindaco Enrico Collu. Lamentele, preoccupazioni, paura. C'è chi dice che si chiuderà anche dentro casa perché non si sente tranquillo. San Sperate sembra essere stata travolta da un'ondata di intolleranza. «La cosa sta degenerando. È stata la mancanza di informazione e il mancato coinvolgimento delle amministrazioni dei paesi dell'hinterland cagliaritano che stanno ospitando i rom dopo lo sgombero del campo sulla 554 a far nascere questa situazione. Non siamo razzisti» ha detto preoccupato Collu. «Anche il volantino affisso nei negozi ha ingigantito il numero dei rom e questo ha arroventato ancora di più gli animi».
Sempre ieri la Asl, su richiesta del primo cittadino, ha fatto un sopralluogo nelle due abitazioni di via Pio la Torre e di Ponti Becciu. «Dalla prima stesura della relazione tecnica emerge che possono ospitare un numero inferiore di persone. Ma questo credo vada in secondo piano. Quello che a noi preme di più è trovare una soluzione per i cittadini e per i rom. Venerdì mattina siamo stati convocati, insieme agli altri sindaci dei paesi che accolgono i rom, in Prefettura per conoscere il progetto sociale di questa operazione». Martedì pomeriggio, dopo l'assemblea, una parte degli amministratori ha incontrato le famiglie roma nelle loro abitazioni. «Abbiamo spiegato che non tutti i cittadini hanno accettato di buon grado il loro arrivo e che comunque neppure noi come amministratori eravamo stati informati del fatto che San Sperate facesse parte del progetto di accoglienza». Per domani intanto è stato convocato un consiglio comunale straordinario per le 19. Reazioni anche in Provincia. Ha detto il capogruppo del Psd'az Modesto Fenu: «Bisogna discutere con le amministrazioni locali, il presidente Angela Quaquero ha già dato la disponibilità per un tavolo tecnico con i sindaci dei territori coinvolti nel piano di accoglienza».
Maura Pibiri

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