La tensione è ancora alta e gli animi non si sono placati.
Ieri mattina una processione di cittadini ha affollato il Municipio per parlare
con il sindaco Enrico Collu. Lamentele, preoccupazioni, paura. C'è chi dice che
si chiuderà anche dentro casa perché non si sente tranquillo. San Sperate
sembra essere stata travolta da un'ondata di intolleranza. «La cosa sta
degenerando. È stata la mancanza di informazione e il mancato coinvolgimento
delle amministrazioni dei paesi dell'hinterland cagliaritano che stanno
ospitando i rom dopo lo sgombero del campo sulla 554 a far nascere questa
situazione. Non siamo razzisti» ha detto preoccupato Collu. «Anche il volantino
affisso nei negozi ha ingigantito il numero dei rom e questo ha arroventato
ancora di più gli animi».
Sempre ieri la Asl, su richiesta del primo cittadino, ha
fatto un sopralluogo nelle due abitazioni di via Pio la Torre e di Ponti
Becciu. «Dalla prima stesura della relazione tecnica emerge che possono ospitare
un numero inferiore di persone. Ma questo credo vada in secondo piano. Quello
che a noi preme di più è trovare una soluzione per i cittadini e per i rom.
Venerdì mattina siamo stati convocati, insieme agli altri sindaci dei paesi che
accolgono i rom, in Prefettura per conoscere il progetto sociale di questa
operazione». Martedì pomeriggio, dopo l'assemblea, una parte degli
amministratori ha incontrato le famiglie roma nelle loro abitazioni. «Abbiamo
spiegato che non tutti i cittadini hanno accettato di buon grado il loro arrivo
e che comunque neppure noi come amministratori eravamo stati informati del
fatto che San Sperate facesse parte del progetto di accoglienza». Per domani
intanto è stato convocato un consiglio comunale straordinario per le 19. Reazioni
anche in Provincia. Ha detto il capogruppo del Psd'az Modesto Fenu: «Bisogna
discutere con le amministrazioni locali, il presidente Angela Quaquero ha già
dato la disponibilità per un tavolo tecnico con i sindaci dei territori
coinvolti nel piano di accoglienza».
Maura Pibiri
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