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martedì 3 luglio 2012

Arrivano i rom, è rivolta


SAN SPERATE. Due famiglie del campo di Cagliari trasferite a Ponti Becciu
La rabbia dei residenti, la protesta del sindaco

Hanno urlato la loro rabbia ritrovandosi in tanti davanti alla stanza del sindaco. Da lì, in quaranta, non si sono mossi fino a quando non hanno avuto risposte, chiarimenti sull'arrivo di alcune famiglie rom trasferite da Cagliari a San Sperate dopo la chiusura del campo nomadi sulla 554. Volevano sapere come mai si stessero trasferendo in case, ritenute per ora, inagibili, così tante persone.
I NUOVI RESIDENTI «In via Pio La Torre e nella strada provinciale 4, a Ponti Becciu, sono arrivate più di venti nuovi abitanti, tra bambini e adulti e hanno portato anche delle roulotte» hanno spiegato alcuni residenti della zona, «le case sono inadatte a contenere un così gran numero di persone, in via Pio La Torre possono starcene quattro e ce ne sono almeno il doppio». Preoccupati per le condizioni in cui andranno a vivere queste due famiglie, anche se, pare, ne ne debba arrivare una terza. «A Ponti Becciu, sono più di quindici, non ci sono i servizi di accoglienza, inoltre la casa non ha l'agibilità, come faranno a vivere rispettando le norme igienico-sanitarie».
I NUCLEI I due nuclei familiari, composti anche da bambini, sono arrivati a San Sperate questo fine settimana. «Dalla prefettura ci hanno spiegato che in seguito allo sgombero del campo rom sulla 554, il Comune di Cagliari ha preparato un piano di accoglienza anche nei paesi della cintura cagliaritana. Gli affitti verranno pagati dal Comune del capoluogo, ma noi aspettiamo un documento ufficiale che lo confermi. Tuttavia per una questione di equità nei confronti dei miei concittadini ho chiesto di verificare se le normative soprattutto igienico-sanitarie di queste locazioni siano in regola. Se dovessero, come pare che sia, emergere incongruenze, si provvederà ad un immediato intervento. Dispiace che a pagarne le conseguenze siano dei bambini, ma oltre ad non avere i mezzi per sostenerli adeguatamente non possiamo avvallare certi metodi di politica attiva e di mancanza di rispetto per la dignità della nostra comunità. Sono furioso perché ho appreso dell'arrivo di queste nuove famiglie dai miei concittadini e non dagli amministratori di Cagliari», ha detto il sindaco Enrico Collu. I cittadini di San Sperate sono preoccupati soprattutto per la casa affittata in località Ponti Becciu. «Se dovessero bruciare qualcosa, come hanno fatto e fanno spesso nei loco campi, potrebbe accadere il peggio e divampare anche un incendio. Non ci sentiamo tranquilli», hanno denunciato gli abitanti che si sono ritrovati in Municipio.
LE SPIEGAZIONI San Sperate si ritrova dunque a confrontarsi con un problema delicatissimo ma sgombra il campo da possibili equivoci. «Nessuno si permetta di additarci come razzisti, l'intolleranza non ha casa da noi». E intanto per oggi si prepara un altro appuntamento nelle stanze del Municipio previsto per mezzogiorno. All'incontro è stata inviata anche la Caritas.
Maura Pibiri

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