SAN SPERATE. Due famiglie del campo di Cagliari trasferite a
Ponti Becciu
La rabbia dei residenti, la protesta del sindaco
Hanno urlato la loro rabbia ritrovandosi in tanti davanti
alla stanza del sindaco. Da lì, in quaranta, non si sono mossi fino a quando
non hanno avuto risposte, chiarimenti sull'arrivo di alcune famiglie rom
trasferite da Cagliari a San Sperate dopo la chiusura del campo nomadi sulla
554. Volevano sapere come mai si stessero trasferendo in case, ritenute per
ora, inagibili, così tante persone.
I NUOVI RESIDENTI «In via Pio La Torre e nella strada
provinciale 4, a Ponti Becciu, sono arrivate più di venti nuovi abitanti, tra
bambini e adulti e hanno portato anche delle roulotte» hanno spiegato alcuni
residenti della zona, «le case sono inadatte a contenere un così gran numero di
persone, in via Pio La Torre possono starcene quattro e ce ne sono almeno il
doppio». Preoccupati per le condizioni in cui andranno a vivere queste due
famiglie, anche se, pare, ne ne debba arrivare una terza. «A Ponti Becciu, sono
più di quindici, non ci sono i servizi di accoglienza, inoltre la casa non ha
l'agibilità, come faranno a vivere rispettando le norme igienico-sanitarie».
I NUCLEI I due nuclei familiari, composti anche da bambini,
sono arrivati a San Sperate questo fine settimana. «Dalla prefettura ci hanno
spiegato che in seguito allo sgombero del campo rom sulla 554, il Comune di
Cagliari ha preparato un piano di accoglienza anche nei paesi della cintura
cagliaritana. Gli affitti verranno pagati dal Comune del capoluogo, ma noi
aspettiamo un documento ufficiale che lo confermi. Tuttavia per una questione
di equità nei confronti dei miei concittadini ho chiesto di verificare se le
normative soprattutto igienico-sanitarie di queste locazioni siano in regola.
Se dovessero, come pare che sia, emergere incongruenze, si provvederà ad un
immediato intervento. Dispiace che a pagarne le conseguenze siano dei bambini,
ma oltre ad non avere i mezzi per sostenerli adeguatamente non possiamo
avvallare certi metodi di politica attiva e di mancanza di rispetto per la
dignità della nostra comunità. Sono furioso perché ho appreso dell'arrivo di
queste nuove famiglie dai miei concittadini e non dagli amministratori di
Cagliari», ha detto il sindaco Enrico Collu. I cittadini di San Sperate sono
preoccupati soprattutto per la casa affittata in località Ponti Becciu. «Se
dovessero bruciare qualcosa, come hanno fatto e fanno spesso nei loco campi,
potrebbe accadere il peggio e divampare anche un incendio. Non ci sentiamo
tranquilli», hanno denunciato gli abitanti che si sono ritrovati in Municipio.
LE SPIEGAZIONI San Sperate si ritrova dunque a confrontarsi
con un problema delicatissimo ma sgombra il campo da possibili equivoci.
«Nessuno si permetta di additarci come razzisti, l'intolleranza non ha casa da
noi». E intanto per oggi si prepara un altro appuntamento nelle stanze del
Municipio previsto per mezzogiorno. All'incontro è stata inviata anche la
Caritas.
Maura Pibiri
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