Il duro lavoro che dovrà essere messo in campo dal nostro partito per la costituzione di una coalizione forte intorno alla figura che sarà candidata a guidare la Provincia, mette il Circolo di San Sperate nella condizione di dover rimarcare il senso di responsabilità che l’ha sempre contraddistinto.
Personalmente mi trovo in un momento particolare in cui credo di aver perso per strada la grinta necessaria per poter guidare al meglio il Circolo. Il mio contributo si è ridotto al minimo e a farne le spese sono soprattutto gli iscritti.
È per questo che ho deciso di dimettermi, in un momento in cui i miei concittadini hanno tutto il tempo di mettere in campo soluzioni alternative. È giusto che i democratici sansperatini vivano con maggiore assiduità e completezza il circolo, che negli ultimi mesi è stato trascurato.
In questi due anni, la mia proposta di condivisione della gestione del circolo non è stata sempre capita, né credo, sufficientemente presa sul serio. Il mio ruolo voleva essere figlio di una politica che guarda alla concretezza dei bisogni delle persone. Sono sempre stata convinta che lavorare con e per gli altri sia una missione che va necessariamente condivisa.
Non si tratta di una giustificazione, ma proprio del significato intrinseco che ho sempre dato a qualsiasi incarico politico, sia esso di militante, sia di dirigente. Assumere su di se la responsabilità delle proprie decisioni, allo stesso tempo compiere scelte coraggiose, capaci di destrutturare apparati, quanto idee, se diventate aride, passive ed obsolete, è quello per cui mi sono sempre battuta. Ho sempre cercato di ragionare con i miei compagni di viaggio e con le persone sulla genuinità dei progetti, mai voluto far pesare iscritti e tessere.
Ma per fare questo, si deve essere motivati ed io non lo sono.
Onorerò l’impegno assunto con il PD e con i miei compagni di viaggio, che non intendo mancare, da militante, ritrovando il ruolo più genuino e pulito del far politica.
Voglio stare nel PD per continuare a far capire che bisogna scardinare sistemi di reclutamento basati sull’appartenenza e sulla fedeltà, che il ricambio generazionale non è fisiologico, ma necessario, che i pregiudizi nei confronti dei più giovani e delle donne devono essere smontati. Che partire dal merito, dal confronto, dal dibattito sui contenuti già dal nostro interno, significa avere, poi, nella società cittadini liberi, critici, autonomi nelle proprie scelte, meno asserviti o condizionabili dalle mistificazioni del potere.
Un doveroso ringraziamento lo rivolgo, infine, a tutti gli iscritti sansperatini, che per ben due volte, all’unanimità, mi hanno dato la possibilità di essere loro rappresentante, un’esperienza ricca di soddisfazioni e sicuramente formativa per la mia crescita politica e personale.
Stefania