mercoledì 26 ottobre 2011

Polemiche sul Puc: «Snatura il paese»

SAN SPERATE. È ancora il piano urbanistico comunale a tenere banco nell'aula consiliare del palazzo civico di via Sassari. Il nuovo strumento edificatorio - con le modifiche varate dall'amministrazione comunale - è passato sotto la lente d'ingrandimento dell'assemblea pubblica promossa gli scorsi giorni dal Comitato per il turismo sostenibile. Quasi quattro ore di dibattito con il fuoco incrociato della platea di artigiani, commercianti e agricoltori sulle varianti al programma di sviluppo della cittadina. ‹‹Non lo nascondiamo - ha sottolineato Anna Maria Marcello, una delle residenti nel centro storico - questo piano urbanistico snatura la filosofia del paese museo con la storia di un centro contadino e rischia di cancellare le campagne. Senza dimenticare la nuova politica per le borgate storiche che corrono il pericolo di essere sradicate››. Sotto accusa è finita la nuova area per l'edilizia economica e popolare: una fascia di territorio - in località Pixina Figus (sulla direttrice per Monastir) - che di fatto divide in due la zona agricola. ‹‹Un'assurdità. - ha rincarato la dose Pierpaolo Casti, commerciante - Praticamente si sventra l'agricoltura in una delle aree campestri più pregiate di San Sperate. Non si capisce la logica di questa scelta. Sarebbe la condanna del settore agroalimentare, con l'abbandono dei pescheti da parte di tanti operatori. Occorre ricordare che le campagne sono il nostro gioiello››. Emanuela Serra, architetto dello studio Officine Vida, ha messo l'accento sul centro storico: ‹Con i nuovi indici - ha rimarcato - si passa da paese contadino con case campidanesi alle ville in stile Las Vegas››. Per il sindaco Antonio Paulis: ‹‹Il nuovo piano produrrà effetti positivi sull'economia della cittadina, con un'attenzione particolare ai servizi e alle campagne››. (l.p.)

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