SAN SPERATE. Una lunga striscia rossa corre lungo il perimetro tra il Rio Mannu ed il Rio Flumineddu, nel tratto che dall'incrocio per Monastir e Decimomannu porta dritto a Villasor. È il disegno del "piano fluviale" e la Regione non indugia e detta le condizioni: “In questa fascia è vietato edificare. O, ancora, effettuare interventi di ristrutturazione degli stabili››. Risultato: “Oltre il 70 per cento del paese - evidenzia il sindaco, Antonio Paulis - è imprigionato dalle regole del programma che, così, impedisce uno sviluppo armonico ed una crescita dell'economia››. Vincoli stretti, strettissimi con il settore edilizio paralizzato e le attività produttive agonizzanti. “E' un ulteriore aggravio per il mercato del mattone - continua il primo cittadino - che è stato inghiottito in questi anni da regole troppo rigide››. La protesta esplode dunque anche nel Basso Campidano: “Abbiamo già sollecitato l'assessore all'Urbanistica Nicola Rassu a revocare il provvedimento e rivisitare il progetto prima che possa mettere in ginocchio gli imprenditori isolani››. L'accusa è chiara: “Le restrizioni - aggiunge il sindaco - penalizzano una grande fetta del nostro territorio impedendo la realizzazione di nuove strutture, la costruzione di caseggiati e la ristrutturazione degli edifici nel centro della città››. Una situazione che allarma e mobilita amministratori, schieramenti politici eterogenei, tecnici, imprenditori e forza lavoro edile. “Siamo fortemente perplessi sulle ulteriori pesanti prescrizioni - conclude il sindaco speratino - che si aggiungono a quelle del piano di assetto idrogeologico. È assurdo, infatti, impostare un disegno che intrappoli l'edilizia e renda impossibile percorrere le strade per lo sviluppo del paese. Inconcepibile pensare che la piena del fiume possa raggiungere il centro abitato››. (l.p.)
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