mercoledì 20 luglio 2011

La Cia lancia l'allarme pesche: «La vendita viene boicottata»

SAN SPERATE. Mentre nel paese-museo si tirano le somme (più che positive) sul successo ottenuto dalla 50ª "Sagra delle pesche", uno dei più rappresentativi sindacati del settore agricolo lancia un inquietante segnale d'allarme sul futuro prossimo di questo gustoso frutto e delle nettarine. A sottolineare la gravità del momento è la Confederazione italiana agricoltori (Cia): «La grande distribuzione organizzata rifiutando la firma dell'accordo inter-professionale getta sul lastrico migliaia di imprese condannando le aziende e le imprese all'impoverimento, disattendendo le attese dei consumatori, privandoli dei prodotti locali, condannando i produttori al dramma più profondo.», afferma il presidente provinciale, Francesco Erbì.  Che aggiunge: «Si rende necessario un intervento immediato e deciso del ministro delle Politiche agricole per sostenere le ragioni dell'intesa e della sua necessità. Per favorire il recupero dei costi di produzione occorre, attraverso il ritiro di una parte delle produzioni giacenti, un'azione straordinaria che abbia l'intento di riequilibrare la domanda e l'offerta dei prodotti presenti sul mercato. È fortemente sentita l'esigenza di un intervento straordinario che porti in tempi brevi alla regolamentazione degli attuali rapporti tra produttori e la grande distribuzione».  Ma c'è di più: «Nell'ortomercato di Sestu il commercio delle pesche e nettarine sta attraversando una fase difficilissima, penalizzando soprattutto le aziende più giovani e attive che hanno più esposizioni bancarie.», denuncia il presidente della Cia provinciale, «Forte è la concentrazione dei prodotti extra-regionali che soffocano le produzioni isolane. Questo importante comparto agricolo ha già attraversato ben cinque crisi negli ultimi anni, con ricadute pesanti anche per l'indotto che coinvolge migliaia di posti di lavoro».

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