Sono quattro i candidati in corsa per la guida del Pd nell'isola. La corrente di Bersani si sdoppia e mette in corsa - oltre a Silvio Lai - Giampaolo Diana. L'area Franceschini è già in campagna elettorale con Francesca Barracciu e quella di Marino non mette in corsa Graziano Milia, ma sceglie un chirurgo, Carlo Balloi, per trovare le terapie più idonee per far guarire il principale partito dell'opposizione dai suoi mali. Ieri alle 20 è stato apposto il timbro con la ceralacca dell'ufficialità sulle due candidature alle primarie del 25 ottobre, alternative a quelle già conosciute, nella sede regionale di via Emilia. Non ci sono sorprese rispetto alle anticipazioni. I nodi, però, sono stati sciolti all'ultimo. Non correrà Milia, anche se fino all'ultimo il nome del presidente della Provincia di Cagliari è rimasto in caldo. Al termine di un incontro, ieri mattina, i rappresentanti della corrente che a livello nazionale è rappresentata dal chirurgo Ignazio Marino hanno optato per designare Carlo Balloi, sindaco di Loceri. E gli ex diessini, i miglioristi che non si riconoscono nella candidatura di Lai? Al termine di un vertice romano, gli uomini di Bersani hanno scelto di scendere in campo con un altro uomo, l'ex segretario regionale della Cgil Giampaolo Diana, fedelissimo dell'ex sottosegretario Giorgio Macciotta. Non si candida Marco Meloni, consigliere regionale quartese, da sempre legato a Letta.
LE DECISIONI È quindi Balloi il candidato del coordinamento regionale per Ignazio Marino. «Ritroviamo nella sua esperienza umana, professionale e politica i valori della mozione che sosteniamo e riconosciamo nello stesso tempo la posizione sua sopra le parti», dice Milia, che della corrente Marino è il referente. «Siamo oltre le divisioni che hanno caratterizzato il passato e questa scelta va nel solco della candidatura di Marino, che porta avanti il merito, l'apertura, le energie nuove». Primario di Cardiologia all'ospedale di Lanusei, Balloi ha 47 anni. Specialista e ricercatore affermato, è autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali.
IL BALLOTTAGGIO L'area Bersani invece gioca a due punte, ma gli addetti ai lavori non la considerano una divisione. Semmai un riavvicinamento. Anche perché quasi tutti i sostenitori di Diana facevano squadra con Soru, che ora non sostiene Bersani ma Franceschini e la Barracciu. Ieri a Roma, dal vertice decisivo, è uscito il nome di Giampaolo Diana: «Siamo l'unica regione in cui l'area Bersani corre con due candidati», dice, «ma è un fatto positivo perché così facendo riusciremo a rappresentare in maniera esaustiva la nostra mozione». La scelta - secondo l'ex segretario della Cgil ora consigliere regionale - «è stata fatta di comune accordo con Meloni e rappresenta un primo avvio di collaborazione tra Bersani e Letta sulla proposta di modello di economico e sociale». Dall'interno c'è chi invece sostiene che Marco Meloni non l'abbia presa proprio bene. Anche se l'interessato nega: «C'è stata anzi una valutazione serena sulla candidatura». In una nota scrive: «Sono molto soddisfatto della candidatura di Giampaolo Diana alla segreteria regionale del Partito Democratico sardo. In queste settimane abbiamo costruito insieme un percorso di condivisione reale su temi e proposte concrete per il futuro della Sardegna e del Pd. Un percorso di riflessione che, strada facendo, si è arricchito della partecipazione e del coinvolgimento di tanti amici provenienti da diverse esperienze politiche e ispirazioni culturali. Ora», conclude Meloni, «la scelta della sua candidatura, anche per la sua storia personale, credo rappresenti al meglio l'obiettivo di voltare davvero pagina, di superare le divisioni, di guardare al futuro del partito in Sardegna, con un nuovo progetto e una nuova classe dirigente».
LORENZO PIRAS
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