Risultati finali delle Primarie per i parlamentari del PD della provincia di Cagliari:
Romina Mura 3550
Ignazio Angioni 2324
Paolo Fadda 2295
Thomas Castangia 2086
Graziano Milia 2052
M.Grazia Dessì 1985
Anna Paola Loi 1963
Chicco Porcu 1946
Amalia Schirru 1780
Daniela Porru 957
lunedì 31 dicembre 2012
domenica 30 dicembre 2012
Risultati primarie parlamentari PD
Ecco i risultati delle primarie del Partito Democratico a San Sperate.
VOTANTI: 192
Schede valide: 191
Schede nulle: 0
Schede bianche: 0
Hanno ottenuto voti i seguenti candidati:
AMALIA SCHIRRU 163
DANIELA PORRU 3
MARIA GRAZIA DESSI' 4
ROMINA MURA 13
ANNA PAOLA LOI 4
THOMAS CASTANGIA 27
IGNAZIO ANGIONI 86
PAOLO FADDA 10
GRAZIANO MILIA 9
CHICCO PORCU 11
VOTANTI: 192
Schede valide: 191
Schede nulle: 0
Schede bianche: 0
Hanno ottenuto voti i seguenti candidati:
AMALIA SCHIRRU 163
DANIELA PORRU 3
MARIA GRAZIA DESSI' 4
ROMINA MURA 13
ANNA PAOLA LOI 4
THOMAS CASTANGIA 27
IGNAZIO ANGIONI 86
PAOLO FADDA 10
GRAZIANO MILIA 9
CHICCO PORCU 11
sabato 29 dicembre 2012
PRIMARIE PARLAMENTARI DEL PARTITO DEMOCRATICO
DOMANI A SAN SPERATE VIA VERDI 9 DALLE 8 ALLE 21
A San Sperate si vota domenica 30 dicembre nelle sede del PD IN VIA VERDI 9 dalle 8 alle 21.
COME SI VOTA:
Si possono esprimere due preferenze diverse per genere (uomo/donna).
Si può esprimere anche solo una preferenza.
Se voti - sbagliando - due donne o due uomini, la seconda preferenza sarà annullata.
Vota scrivendo il nome e cognome del candidato/a (una donna e un uomo) scegliendo da questa rosa di candidati:
LE DONNE:
Amalia Schirru
Daniela Porru
Romina Mura
Maria Grazia Dessì
Anna Paola Loi
GLI UOMINI:
Thomas Castangia
Ignazio Angioni
Chicco Porcu
Paolo Fadda
Graziano Milia
A SAN SPERATE SI VOTA PER LE PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO.
NON CI SONO SEGGI SEL (Sinistra ecologia e libertà).
giovedì 27 dicembre 2012
30 dicembre. Candidatura Primarie Parlamentari PD. L'impegno di Amalia Schirru
Si vota
domenica 30 dicembre 2012 dalle 8 alle 20
in tutti i seggi dei propri Comuni di appartenenza, maggiori
informazioni presso i circoli PD del proprio territorio.
In allegato il
resoconto del mio operato nella legislatura appena conclusasi.
Come si vota:
http://www. primarieparlamentaripd.it/ regolamento.htm
Materiali e info
http://www. primarieparlamentaripd.it/
" Carissimi tutti,
come sapete, il 30 dicembre si svolgeranno anche nella provincia di Cagliari le primarie per scegliere i candidati del Partito Democratico per il futuro Parlamento. Le regole varate dalla Direzione Nazionale danno luogo ad procedura che non ha realmente precedenti nel nostro paese e in Europa e che renderà, al contempo, estremamente forte la presenza delle donne nelle istituzioni, come mai prima d’ora. Vorrei condividere con voi la decisione di presentare la mia candidatura: sento forte il dovere e la responsabilità di sottopormi alla valutazione degli elettori delle primarie. Mi rimetto in gioco per non disperdere il lavoro svolto, le idee e le proposte portate avanti in questi anni di lavoro in Parlamento e che nascono, tutte, dall’ascolto diretto dei cittadini e cittadine del mio territorio, dal mio contatto con le persone grazie al cui sostegno sono qui ora.
Le istanze della Sardegna, della nostra provincia in particolare, ma non solo, sono arrivate alla doverosa attenzione delle Istituzioni attraverso le tante proposte di legge, risoluzioni, interpellanze che ho potuto presentare sui temi e problemi legati soprattutto alla salvaguardia del lavoro e dello sviluppo, alla previdenza pensionistica e allo stato sociale, alla disabilità. Atti doverosi e necessari che contribuirebbero senz’altro a migliorare la vita di molte persone, ad eliminare discriminazioni e allevierebbero la sofferenza di quanti sono più in difficoltà. Ho, abbiamo, lavorato tanto su di esse e vorrei affermare la volontà di continuare nel mio impegno, poter ancora essere punto di riferimento del territorio: a disposizione dei lavoratori, dei giovani e cittadini e delle tante associazioni che con me hanno intrapreso battaglie di civiltà e affermazione dei diritti. Infine l’ultima, ma non meno importante motivazione è quella di poter contribuire, con la mia esperienza e operato, a rafforzare la presenza femminile nell'Istituzione: credo che la forza delle donne, e la rappresentanza politica sia la prima, autentica, formidabile leva di cambiamento per il nostro futuro. Solo poche righe, pochi i temi, per offrirmi fin da subito al confronto aperto, per accogliere i vostri suggerimenti, le vostre idee per il futuro e per un invito a sostenermi, laddove condividiate i miei pensieri e il mio percorso fin qui. Vorrei poter fare il punto con voi, individuare fin da subito le azioni necessarie sui contenuti più rilevanti, come la difesa dei diritti dei lavoratori, la riduzione delle estreme povertà che colpiscono le persone più fragili, i bambini e le loro famiglie, i disabili, specie nella nostra regione. Per questo vi invito a partecipare agli incontri che organizzeremo sul territorio, a utilizzare i miei contatti su facebook, mail e il sito per inviarmi i vostri commenti o manifestare e promuovere il vostro aperto sostegno alla mia candidatura.
Grazie ."
Facebook: Amalia Schirru
Mail: schirru@camera.it
web: www.amaliaschirru.it
Come si vota:
http://www.
Materiali e info
http://www.
" Carissimi tutti,
come sapete, il 30 dicembre si svolgeranno anche nella provincia di Cagliari le primarie per scegliere i candidati del Partito Democratico per il futuro Parlamento. Le regole varate dalla Direzione Nazionale danno luogo ad procedura che non ha realmente precedenti nel nostro paese e in Europa e che renderà, al contempo, estremamente forte la presenza delle donne nelle istituzioni, come mai prima d’ora. Vorrei condividere con voi la decisione di presentare la mia candidatura: sento forte il dovere e la responsabilità di sottopormi alla valutazione degli elettori delle primarie. Mi rimetto in gioco per non disperdere il lavoro svolto, le idee e le proposte portate avanti in questi anni di lavoro in Parlamento e che nascono, tutte, dall’ascolto diretto dei cittadini e cittadine del mio territorio, dal mio contatto con le persone grazie al cui sostegno sono qui ora.
Le istanze della Sardegna, della nostra provincia in particolare, ma non solo, sono arrivate alla doverosa attenzione delle Istituzioni attraverso le tante proposte di legge, risoluzioni, interpellanze che ho potuto presentare sui temi e problemi legati soprattutto alla salvaguardia del lavoro e dello sviluppo, alla previdenza pensionistica e allo stato sociale, alla disabilità. Atti doverosi e necessari che contribuirebbero senz’altro a migliorare la vita di molte persone, ad eliminare discriminazioni e allevierebbero la sofferenza di quanti sono più in difficoltà. Ho, abbiamo, lavorato tanto su di esse e vorrei affermare la volontà di continuare nel mio impegno, poter ancora essere punto di riferimento del territorio: a disposizione dei lavoratori, dei giovani e cittadini e delle tante associazioni che con me hanno intrapreso battaglie di civiltà e affermazione dei diritti. Infine l’ultima, ma non meno importante motivazione è quella di poter contribuire, con la mia esperienza e operato, a rafforzare la presenza femminile nell'Istituzione: credo che la forza delle donne, e la rappresentanza politica sia la prima, autentica, formidabile leva di cambiamento per il nostro futuro. Solo poche righe, pochi i temi, per offrirmi fin da subito al confronto aperto, per accogliere i vostri suggerimenti, le vostre idee per il futuro e per un invito a sostenermi, laddove condividiate i miei pensieri e il mio percorso fin qui. Vorrei poter fare il punto con voi, individuare fin da subito le azioni necessarie sui contenuti più rilevanti, come la difesa dei diritti dei lavoratori, la riduzione delle estreme povertà che colpiscono le persone più fragili, i bambini e le loro famiglie, i disabili, specie nella nostra regione. Per questo vi invito a partecipare agli incontri che organizzeremo sul territorio, a utilizzare i miei contatti su facebook, mail e il sito per inviarmi i vostri commenti o manifestare e promuovere il vostro aperto sostegno alla mia candidatura.
Grazie ."
Facebook: Amalia Schirru
Mail: schirru@camera.it
web: www.amaliaschirru.it
domenica 23 dicembre 2012
L'elenco dei candidati alle primarie per i parlamentari
A San Sperate si vota domenica 30 dicembre nelle sede del PD IN VIA VERDI 9 dalle 8 alle 20.
Questa la rosa dei candidati (con il numero di firme raccolte a sostegno della candidatura) approvata oggi dalla Direzione Provinciale.
Amalia Schirru no firme
Ignazio Angioni 230 firme
Chicco Porcu 192 firme
Daniela Porru 157 firme
Romina Mura 235 firme
Thomas Castangia 205 firme
Graziano Milia 310 firme
Maria Grazia Dessì 174 firme
Paolo Fadda no firme
Anna Paola Loi 151 firme
Rosanna Mura 38 firme (non accolta perché sotto soglia sul numero di firme)
11 candidature pervenute.
Ammessi alla competizione 5 donne e 5 uomini.
Questa la rosa dei candidati (con il numero di firme raccolte a sostegno della candidatura) approvata oggi dalla Direzione Provinciale.
Amalia Schirru no firme
Ignazio Angioni 230 firme
Chicco Porcu 192 firme
Daniela Porru 157 firme
Romina Mura 235 firme
Thomas Castangia 205 firme
Graziano Milia 310 firme
Maria Grazia Dessì 174 firme
Paolo Fadda no firme
Anna Paola Loi 151 firme
Rosanna Mura 38 firme (non accolta perché sotto soglia sul numero di firme)
11 candidature pervenute.
Ammessi alla competizione 5 donne e 5 uomini.
sabato 22 dicembre 2012
PRIMARIE PER I PARLAMENTARI: LA LETTERA DI AMALIA SCHIRRU
Sabato 22 dicembre 2012
Ore 17:00 Circolo PD San Sperate
Candidatura alle primarie del PD del 30 dicembre
per scegliere i candidati alle elezioni politiche 2013.
Ore 17:00 Circolo PD San Sperate
Candidatura alle primarie del PD del 30 dicembre
per scegliere i candidati alle elezioni politiche 2013.
"Carissimi tutti,
come sapete, il 29 o 30 dicembre si svolgeranno le primarie per scegliere i candidati del Partito Democratico per il futuro Parlamento. Le regole varate dalla Direzione Nazionale danno luogo ad procedura che non ha realmente precedenti nel nostro paese e in Europa e che renderà, al contempo, estremamente forte la presenza delle donne nelle istituzioni, come mai prima d’ora.
In attesa che la direzione regionale e provinciale procedano alla valutazione delle proposte per i candidati sardi, vorrei condividere con voi la decisione di presentare la mia candidatura.
Sento forte il dovere e la responsabilità di sottopormi alla valutazione degli organismi del partito e, eventualmente, degli elettori delle primarie. Mi rimetto in gioco per non disperdere il lavoro svolto, le idee e le proposte portate avanti in questi anni di lavoro in Parlamento e che nascono, tutte, dall’ascolto diretto dei cittadini e cittadine del mio territorio, dal mio contatto con le persone grazie al cui sostegno sono qui ora.
Le istanze della Sardegna, della nostra provincia in particolare, ma non solo, sono arrivate alla doverosa attenzione delle Istituzioni attraverso le tante proposte di legge, risoluzioni, interpellanze che ho potuto presentare sui temi e problemi legati soprattutto alla salvaguardia del lavoro e dello sviluppo, alla previdenza pensionistica e allo stato sociale, alla disabilità.
Atti doverosi e necessari che contribuirebbero senz’altro a migliorare la vita di molte persone, ad eliminare discriminazioni e allevierebbero la sofferenza di quanti sono più in difficoltà.
Ho, abbiamo, lavorato tanto su di esse e vorrei affermare la volontà di continuare nel mio impegno, poter ancora essere punto di riferimento del territorio: a disposizione dei lavoratori, dei giovani e cittadini e delle tante associazioni che con me hanno intrapreso battaglie di civiltà e affermazione dei diritti.
Infine l’ultima, ma non meno importante motivazione è quella di poter contribuire, con la mia esperienza e operato, a rafforzare la presenza femminile nell'Istituzione: credo che la forza delle donne, e la rappresentanza politica sia la prima, autentica, formidabile leva di cambiamento per il nostro futuro.
Solo poche righe, pochi i temi, per offrirmi fin da subito al confronto aperto, per accogliere i vostri suggerimenti, le vostre idee per il futuro e per un invito a sostenermi, laddove condividiate i miei pensieri e il mio percorso fin qui.
Vi aspetto sabato, alle ore 17 a San Sperate, Circolo PD, per un primissimo incontro nel mio Comune, da dove tutto è cominciato, per presentare la mia candidatura .
E per fare il punto con voi, individuare fin da subito le azioni necessarie sui contenuti più rilevanti, come la difesa dei diritti dei lavoratori, la riduzione delle estreme povertà che colpiscono le persone più fragili, i bambini e le loro famiglie, i disabili, specie nella nostra Regione.
Grazie, un caro saluto. "
martedì 18 dicembre 2012
REGOLAMENTO PER LE CANDIDATURE AL PARLAMENTO PER LE ELEZIONI POLITICHE 2013
REGOLAMENTO PER LE CANDIDATURE AL PARLAMENTO PER LE ELEZIONI POLITICHE 2013
Ai fini della più ampia partecipazione e del rinnovamento della politica, il Partito democratico promuove primarie aperte per la selezione delle candidature al Parlamento nazionale per le elezioni politiche del 2013.Attraverso lo strumento delle primarie il Partito democratico intende selezionare i propri candidati in coerenza con i suoi principi statutari e con la vocazione di partito di governo, aperto alla società, in grado di promuovere nelle composizione delle liste, e in particolare nelle posizioni eleggibili, competenze di donne e di uomini.
Come affermato nell’art. 1 dello Statuto, il PD si impegna a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena partecipazione politica delle donne e al raggiungimento della democrazia paritaria.
martedì 11 dicembre 2012
domenica 2 dicembre 2012
Risultati ballottaggio San Sperate
A San Sperate sperate hanno votato 292 persone.
Pierluigi Bersani ha ottenuto 233 preferenze. 79,80%
Matteo Renzi 58. 19,86%
Una scheda bianca.
Pierluigi Bersani ha ottenuto 233 preferenze. 79,80%
Matteo Renzi 58. 19,86%
Una scheda bianca.
giovedì 29 novembre 2012
Ballottaggio 2/12/2012
Grazie per aver partecipato alle primarie del centrosinistra. Domenica 2
Dicembre si svolgerà il ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e Matteo
Renzi. Per votare, ricordati di portare al seggio il certificato di
elettore del centrosinistra, un documento d'identità e la tua tessera
elettorale.
Domenica 2 dicembre dalle 8 alle 20, non dimenticare di venire a votare per il ballottaggio Bersani/Renzi. A San Sperate si vota sempre nella palestra di Via Sassari!
domenica 25 novembre 2012
Risultati primarie San Sperate
giovedì 15 novembre 2012
BERSANI a CAGLIARI
PIER LUIGI BERSANI a CAGLIARI
Lunedì 19 novembre 2012
Teatro Massimo
Ore 19.00
TUTTI X BERSANI
www.bersani2013.it
Lunedì 19 novembre 2012
Teatro Massimo
Ore 19.00
TUTTI X BERSANI
www.bersani2013.it
venerdì 9 novembre 2012
Primarie 2012: PREREGISTRATI
Come
sapete, per poter votare alle Primarie del centrosinistra per la scelta
del candidato Presidente del Consiglio, è consigliata una
pre-registrazione.
A San Sperate, puoi farlo nella sede del Partito Democratico in Via Verdi secondo questo orario:
- sabato 10 novembre dalle 10.30 alle 12;
- martedì 13, 20 novembre dalle 10.30 alle 12;
- mercoledì 7, 14, 21 novembre dalle 16 alle 18;
- giovedì 8, 15, 22 novembre dalle 16 alle 18.
Porta la carta d'identità oppure la tessera elettorale del Comune e una donazione minima di 2 euro.
A San Sperate si vota il 25 NOVEMBRE 2012, nella palestra di Via Sassari.
A San Sperate si vota il 25 NOVEMBRE 2012, nella palestra di Via Sassari.
Vi aspettiamo al Circolo!
Appello amministratori locali
Ti chiediamo di farti portatore di questa iniziativa sottoscrivendo e facendo sottoscrivere l'appello e
cortesemente restituendoci le firme entro sabato mattina all'indirizzo:
tuttixbersanisardegna@gmail. com.
Cordiali saluti
Franco Marras
Responsabile regionale Comitati Bersani
martedì 6 novembre 2012
PRIMARIE 2012: San Sperate per BERSANI
Per votare alle primarie del 25 novembre:
1) vai sul sito www.primarieitaliabenecomune.it e PREREGISTRATI.
2) passa al Circolo PD in Via Verdi e ritira la tua tessera elettorale in questi orari e giorni:
3) il 25 novembre dalle 8 alle 20 recati nella Palestra di Via Sassari e vota per PIERLUIGI BERSANI.
1) vai sul sito www.primarieitaliabenecomune.it e PREREGISTRATI.
2) passa al Circolo PD in Via Verdi e ritira la tua tessera elettorale in questi orari e giorni:
- sabato 10 novembre dalle 10.30 alle 12;
- martedì 13, 20 novembre dalle 10.30 alle 12;
- mercoledì 7, 14, 21 novembre dalle 16 alle 18;
- giovedì 8, 15, 22 novembre dalle 16 alle 18.
3) il 25 novembre dalle 8 alle 20 recati nella Palestra di Via Sassari e vota per PIERLUIGI BERSANI.
mercoledì 24 ottobre 2012
sabato 15 settembre 2012
SAN SPERATE. Pixinortu Lavori nell'oasi, Comune in lotta con l'impresa
da L'UNIONE SARDA
Lavori al palo a Pixinortu. Per la club house, il percorso
vitae, il teatro e l'area attrezzata per i giochi dei bambini bisognerà ancora
attendere. Il parco oggi è un cantiere aperto e il motivo dei ritardi è legato
ad un contenzioso tra il Comune di San Sperate e la ditta appaltatrice che
doveva eseguire Secondo il contratto l'inizio dei lavori era previsto per il
primo luglio 2008 per terminare il 30 giugno del 2013. Invece è tutto a data da
destinarsi. «C'è una causa con l'impresa fallita», dice l'assessore
all'Agricoltura Fabrizio Madeddu, «la ditta, attraverso i propri legali, ha
chiesto un risarcimento di circa centomila euro perché ci sono stati diversi
problemi per autorizzazioni, ma danni ne abbiamo subito anche noi, il parco è
un'incompiuta. Ora stiamo quantificando anche la cifra». Ma l'amministrazione
non punta tanto a risolvere la questione legale, che si sa in Italia ha tempi
lunghissimi, quanto a trovare un punto d'incontro che consenta al parco di
poter essere utilizzato il prima possibile. «Abbiamo già fatto un incontro con
il curatore fallimentare, vorremo che l'intera area di Pixinortu venisse
svincolata, che venisse restituita l'area boschiva e le strutture ricettive. Ci
sono buone possibilità che ciò avvenga. Dopo questo passaggio abbiamo in mente
di coinvolgere anche l'Ente foreste perché custodisca e curi l'area,
valorizzandola e tutelandola», conclude Madeddu.
Maura Pibiri
Maura Pibiri
venerdì 14 settembre 2012
«L'Apac si può salvare»
Da L'UNIONE SARDA
SAN SPERATE. L'associazione dei produttori agricoli del
paese in liquidazione
Rallo: debiti esigui e beni con un valore superiore
«L'Apac è in liquidazione, non in fallimento. Ha pochi
debiti e beni di un valore superiore alle perdite. C'è la possibilità di
ripartire». Il commercialista Vito Rallo, uno dei liquidatori, svela che «già
diversi acquirenti hanno manifestato interesse per la cooperativa, ma proprio
quando si è trattato di ufficializzare la vendita poi non si è concluso».
L'Associazione produttori ortofrutticoli e agrumicoli del Campidano è arrivata al capolinea. Dopo più di quaranta anni di attività ha chiuso i battenti e ora è in liquidazione. Aveva già dato i primi segni di instabilità diverse volte. Infatti è stato difficile trovare un nuovo presidente al vertice dell'azienda e inserire giovani produttori tra i soci. E dopo un balletto di nomi è tornato in sella il cagliaritano Antonio Tuveri, che ha dovuto sciogliere insieme ai soci, il consiglio d'amministrazione. Pochi passaggi, poi l'Apac è finita in mano ad una terna di liquidatori che oggi sta vendendo la cooperativa. Diverse offerte d'acquisto, ma nessuna si è concretizzata nella vendita.
LA STORIA L'Apoac è nata nel 1968 con 250 produttori e ha fatto la storia agricola di San Sperate: arance, clementine, pomodori e pesche. Stagioni di grandi produzioni e di numeri importanti come annate con 35 e 40 mila quintali di merce da conferire anche in grandi aziende come la Casar di Serramanna. In più di quarant'anni di attività inoltre hanno lavorato diversi speratini non solo come produttori ma anche negli uffici. «Quando i prodotti conferiti in cooperativa hanno iniziato a diminuire, sia per le annate andate male a causa del maltempo sia per la crisi sul mercato, allora si sono presentati anche i problemi economici. Con il passare del tempo i numeri della produzione sono diminuiti e così anche il numero dei soci» spiega Rallo.
L'AZIENDA Oggi l'azienda che sta nella zona industriale di San Sperate, occupa un terreno di circa 5 mila metri quadri. È rimasto solo un capannone di grandi dimensioni che ospita carrelli, cassette e anche celle frigorifere. L'intera cooperativa è smantellata. Soci a casa insieme ai dipendenti degli uffici amministrati e debiti per quasi 250 mila euro.
«L'Apoac, sia ben chiaro, non è in uno stato fallimentare. Oggi il valore è stimato a quasi un milione di euro. Con la vendita, verrebbero pagati abbondantemente i debiti e rimarrebbe anche una grossa fetta di denaro che verrebbe devoluta presso il Ministero del Lavoro, secondo legge, perché la cooperativa non ha scopo di lucro», spiega Rallo.
Oggi in via Cagliari, nella sede degli uffici della cooperativa non c'è nessuno. Il peggiore dei contrappassi per un'azienda che è stata importante per San Sperate. E adesso le pesche di qualità le vende un'azienda di Villacidro. In 400 market sardi.
Maura Pibiri
L'Associazione produttori ortofrutticoli e agrumicoli del Campidano è arrivata al capolinea. Dopo più di quaranta anni di attività ha chiuso i battenti e ora è in liquidazione. Aveva già dato i primi segni di instabilità diverse volte. Infatti è stato difficile trovare un nuovo presidente al vertice dell'azienda e inserire giovani produttori tra i soci. E dopo un balletto di nomi è tornato in sella il cagliaritano Antonio Tuveri, che ha dovuto sciogliere insieme ai soci, il consiglio d'amministrazione. Pochi passaggi, poi l'Apac è finita in mano ad una terna di liquidatori che oggi sta vendendo la cooperativa. Diverse offerte d'acquisto, ma nessuna si è concretizzata nella vendita.
LA STORIA L'Apoac è nata nel 1968 con 250 produttori e ha fatto la storia agricola di San Sperate: arance, clementine, pomodori e pesche. Stagioni di grandi produzioni e di numeri importanti come annate con 35 e 40 mila quintali di merce da conferire anche in grandi aziende come la Casar di Serramanna. In più di quarant'anni di attività inoltre hanno lavorato diversi speratini non solo come produttori ma anche negli uffici. «Quando i prodotti conferiti in cooperativa hanno iniziato a diminuire, sia per le annate andate male a causa del maltempo sia per la crisi sul mercato, allora si sono presentati anche i problemi economici. Con il passare del tempo i numeri della produzione sono diminuiti e così anche il numero dei soci» spiega Rallo.
L'AZIENDA Oggi l'azienda che sta nella zona industriale di San Sperate, occupa un terreno di circa 5 mila metri quadri. È rimasto solo un capannone di grandi dimensioni che ospita carrelli, cassette e anche celle frigorifere. L'intera cooperativa è smantellata. Soci a casa insieme ai dipendenti degli uffici amministrati e debiti per quasi 250 mila euro.
«L'Apoac, sia ben chiaro, non è in uno stato fallimentare. Oggi il valore è stimato a quasi un milione di euro. Con la vendita, verrebbero pagati abbondantemente i debiti e rimarrebbe anche una grossa fetta di denaro che verrebbe devoluta presso il Ministero del Lavoro, secondo legge, perché la cooperativa non ha scopo di lucro», spiega Rallo.
Oggi in via Cagliari, nella sede degli uffici della cooperativa non c'è nessuno. Il peggiore dei contrappassi per un'azienda che è stata importante per San Sperate. E adesso le pesche di qualità le vende un'azienda di Villacidro. In 400 market sardi.
Maura Pibiri
mercoledì 12 settembre 2012
Scuole serali, domande di iscrizione
Entro il 15 settembre dovranno essere presentate le domande
di iscrizione alle scuole serali. L'assessorato alla Pubblica istruzione di San
Sperate ha deciso di attivare il corso serale per conseguire la licenzia media inferiore
per l'anno scolastico 2012/13. I cittadini interessati potranno contattare
l'ufficio Servizio Sociale e l'ufficio segreteria sia inviando una mail a
affarigenerali@sansperate.net, o contattare lo 070/96040227, 070/96040221. Il
modulo di adesione potrà essere scaricato dall'albo pretorio del sito del
Comune.(m.p.)
martedì 11 settembre 2012
Non c'è crisi per le pesche
Da L'UNIONE SARDA
SAN SPERATE. Cassette con depliant promozionali
aspettando il marchio dop
Non c'è crisi per le pesche
Prodotto tipico in vendita in 400 market isolani
La pesca speratina sorride alla crisi. Il frutto simbolo del
paese del Cagliaritano ha conquistato la grande distribuzione e oggi viene
commercializzato in quasi quattrocento supermercati dell'Isola.
È stato il Cs&d di Villacidro (il Centro servizi e distribuzione che segue Sigma, Dico e Mercato alimentare) a credere nelle potenzialità del frutto e a chiudere un accordo con una decina di produttori locali. Il gruppo di peschicoltori, ha voluto puntare sul dolce frutto e oggi si dice soddisfatto del progetto intitolato “Pesche di San Sperate”.
IL PROGETTO «L'iniziativa è nata dopo alcuni incontri con gli agricoltori. L'idea era quella di promuovere il prodotto locale, di rilanciare la pesca e imporla sul mercato isolano», racconta Pierpaolo Casti, coordinatore e promotore del progetto. «Oggi è riconosciuta dal marchio Deco di denominazione comunale. Nei supermercati isolani, le cassette con il nostro frutto hanno anche in allegato un volantino che spiega le caratteristiche organolettiche. Ne abbiamo scelto quattro con diverse immagini, ognuno rappresenta la pesca e un murales e spiega perché è più buona delle altre», continua Casti.
LE QUANTITÀ Grazie a questo nuovo progetto vengono conferiti da 1500 a 1600 quintali all'anno di pesche speratine. I produttori, dopo avere tagliato e raccolto le pesche, le sistemano su una pedana che può contenere 36 cassette. Per tre volte alla settimana un'azienda di autotrasporti porta la merce per essere poi venduta nella grande distribuzione. «Siamo riusciti a crearci uno spazio sul mercato isolano, a ritagliare una fetta di mercato, perché la nostra pesca viene venduta bene, il cliente la cerca. I produttori speratini che hanno aderito al progetto hanno un 15-20 per cento in più di guadagno al chilo», spiega Casti. Il costo di un chilo di frutta varia in base alla pezzatura e alla tipologia, oscilla da un euro superando anche i 2 e dipende inoltre dalla zona dell'Isola in cui è venduto. «La pesca di San Sperate sul mercato regge, il cliente sente il gusto diverso, più genuino, viene tagliata quando è pronta e non prima per essere messa nelle celle frigorifere come succede per le pesche spagnole o nazionali». Il progetto Pesca di San Sperate, guarda ancora più in alto e punta ad ottenere due riconoscimenti. «Vorremo avere l'Igp, l'indicazione geografica protetta, che riconosce un prodotto agricolo alimentare come originario del luogo. Inoltre puntiamo ad essere inseriti nell'albo dei prodotti tradizionali della Regione» spiega Casti.
LE ADESIONI Prossimo obiettivo per il gruppo di peschicoltori è allargare le maglie dei partecipanti. «Siamo disposti ad accettare nuovi ingressi, è un bene che la nostra pesca sia entrata nella grande distribuzione, noi abbiamo aperto un varco, anche altri produttori speratini, così come altri prodotti potranno essere inseriti», conclude Casti.
Maura Pibiri
È stato il Cs&d di Villacidro (il Centro servizi e distribuzione che segue Sigma, Dico e Mercato alimentare) a credere nelle potenzialità del frutto e a chiudere un accordo con una decina di produttori locali. Il gruppo di peschicoltori, ha voluto puntare sul dolce frutto e oggi si dice soddisfatto del progetto intitolato “Pesche di San Sperate”.
IL PROGETTO «L'iniziativa è nata dopo alcuni incontri con gli agricoltori. L'idea era quella di promuovere il prodotto locale, di rilanciare la pesca e imporla sul mercato isolano», racconta Pierpaolo Casti, coordinatore e promotore del progetto. «Oggi è riconosciuta dal marchio Deco di denominazione comunale. Nei supermercati isolani, le cassette con il nostro frutto hanno anche in allegato un volantino che spiega le caratteristiche organolettiche. Ne abbiamo scelto quattro con diverse immagini, ognuno rappresenta la pesca e un murales e spiega perché è più buona delle altre», continua Casti.
LE QUANTITÀ Grazie a questo nuovo progetto vengono conferiti da 1500 a 1600 quintali all'anno di pesche speratine. I produttori, dopo avere tagliato e raccolto le pesche, le sistemano su una pedana che può contenere 36 cassette. Per tre volte alla settimana un'azienda di autotrasporti porta la merce per essere poi venduta nella grande distribuzione. «Siamo riusciti a crearci uno spazio sul mercato isolano, a ritagliare una fetta di mercato, perché la nostra pesca viene venduta bene, il cliente la cerca. I produttori speratini che hanno aderito al progetto hanno un 15-20 per cento in più di guadagno al chilo», spiega Casti. Il costo di un chilo di frutta varia in base alla pezzatura e alla tipologia, oscilla da un euro superando anche i 2 e dipende inoltre dalla zona dell'Isola in cui è venduto. «La pesca di San Sperate sul mercato regge, il cliente sente il gusto diverso, più genuino, viene tagliata quando è pronta e non prima per essere messa nelle celle frigorifere come succede per le pesche spagnole o nazionali». Il progetto Pesca di San Sperate, guarda ancora più in alto e punta ad ottenere due riconoscimenti. «Vorremo avere l'Igp, l'indicazione geografica protetta, che riconosce un prodotto agricolo alimentare come originario del luogo. Inoltre puntiamo ad essere inseriti nell'albo dei prodotti tradizionali della Regione» spiega Casti.
LE ADESIONI Prossimo obiettivo per il gruppo di peschicoltori è allargare le maglie dei partecipanti. «Siamo disposti ad accettare nuovi ingressi, è un bene che la nostra pesca sia entrata nella grande distribuzione, noi abbiamo aperto un varco, anche altri produttori speratini, così come altri prodotti potranno essere inseriti», conclude Casti.
Maura Pibiri
venerdì 27 luglio 2012
Opasomilaj | San Sperate 2 agosto ore 18.00
Il nostro gruppo consigliare San Sperate Bene Comune,
raccoglie l’invito del neo sansperatino Boban e della sua famiglia, che in occasione dell'Opasomilaj
(la tradizionale festa rom del ringraziamento) il prossimo 2 agosto dalle ore 18.00, apre la sua casa (località Ponti Becciu, sulla SP4, direzione San Sperate, dopo il bivio di Santa Barbara) ai cittadini
sansperatini e non, per un’occasione di scambio culturale/culinario con piatti
tipici rom e sardi.
Ci sarà, oltre alla musica, anche un momento di confronto
aperto, un’occasione quindi per conoscerci meglio.
All’iniziativa voluta da Boban e delle
associazioni Asce e 2000[r]esistenze, hanno aderito anche l'associazione Libera La Farfalla di San Sperate e NoArte.
Chiunque intenda aderire può farlo, contattando il numero
3486059394.
Non dimenticate di portare qualcosa!
giovedì 26 luglio 2012
Appello contro la violenza sulle donne
Carissime,
Vi inoltriamo il link dove toverete l'appello
contro la violenza sulle donne.
Il governo ha piu' volte dichiarato la
propria disponibilita' a siglare la
Convenzione di Istanbul, ma
ancora
l'Italia resta tra i paesi che non ha firmato. Sarebbe quindi
importante
tenere alta l'attenzione dell'opinione
pubblica, usando in particolare
l'occasione delle feste.
L'appello si puo'
firmare anche online, quindi ti chiediamo, se possibile, di farlo girare.
venerdì 6 luglio 2012
Il sindaco: «Non siamo razzisti»
Da L'Unione Sarda del 6.7.12
SAN SPERATE. Contestato il silenzio del Comune di Cagliari
sul trasferimento dei nomadi
Spalti affollati al Consiglio comunale straordinario sui rom
dal nostro inviato
Andrea Piras
SAN SPERATE «Razzisti? Non scherziamo». È la sintesi,
categorica, del sindaco Enrico Collu e della maggioranza. È l'imperativo di un
Consiglio comunale che vuole riabilitare San Sperate dopo i giorni oscuri
dell'intolleranza, quando proprio in quell'aula invasa spontaneamente da
trecento cittadini furibondi per l'arrivo di un numero imprecisato di rom,
parole razzistiche contro i nomadi sono state pronunciate eccome. Ingiurie,
minacce scivolate via senza essere interrotte. Parole mai zittite.
IN AULA Ieri è stato proprio il sindaco a tornare
sull'assemblea dell'altra mattina. Sul volantino maldestro e bugiardo,
(«Razzista senza se e senza ma», l'ha etichettato il responsabile
dell'Associazione sarda contro l'emarginazione, Antonello Pabis) che qualcuno
ha scritto incitando alla rivolta al grido di “Sveglia!!!” i sansperatini poco
accorti di fronte all'invasione «di oltre 400 rom». Peccato che quella folla
era fatta di venticinque, ventisette persone. Due famiglie. Molti minorenni, la
maggior parte bambini. «La responsabilità di quanto avvenuto, delle tensioni di
questi giorni è di quel volantino millantatore e stiamo valutando, anche come
amministrazione, i passi da fare», ha assicurato il sindaco all'Assemblea,
ribadendo che la vicenda rom è nata male «per via della mancata informazione da
parte del Comune di Cagliari, per la mancata comunicazione del progetto di
trasferimento dei rom dal campo sulla 554».
LA MINORANZA È stato il consigliere di minoranza Tomaso
Sciola a rimarcare «la spropositata reazione dei cittadini». Ha poi aggiunto:
«Sono preoccupato per l'immagine del nostro paese che per quarant'anni ha
dimostrato l'esatto contrario di quanto avvenuto in questi giorni, la sua
vocazione all'ospitabilità e all'integrazione. È ora è uscita fuori la parte
peggiore». Esplicita condanna sulla gestione di questa vicenda da parte
dell'Amministrazione comunale è stata espressa da Stefania Spiga, consigliere
Pd. «Si parla di un problema e non ci date ancora adesso i dati reali. Ma sono
poi davvero un problema due famiglie e i loro bambini? Quel volantino era
razzista, quell'informazione doveva essere immediatamente smentita e
condannata».
L'ex sindaco Tonio Paulis ha condannato gli eccessi della
protesta, detto no all'intolleranza ma ha anche preso le difese dei cittadini,
anche di chi ha protestato duramente per l'arrivo dei rom. «Se non ci sono le
condizioni diventa difficile ospitare adeguatamente chiunque. E poco importa se
siano nomadi, nordafricani o tedeschi. È difficile spiegare a chi ti chiede di
poter abitare in campagna, nel suo terreno agricolo, e gli dici di no, che per
i rom è diverso. Oppure convincere qualcuno dei tuoi concittadini che ti chiede
una casa popolare e gli dici che deve entrare in una graduatoria».
LA PROTESTA Duro, tenace l'intervento di Katia Pilloni
(consigliere di maggioranza). «Non userò eufemismi, noi abbiamo un problema.
Non sono un problema i rom, lo è, lo è stato il modus operandi del Comune di
Cagliari, della prefettura, in parte della Caritas. Nei confronti dei nomadi,
profondissimo rispetto».
Intanto oggi, a mezzogiorno in prefettura, si sarà
l'incontro tra i sindaci dei paesi dell'hinterland coinvolti nel progetto di
ospitalità. San Sperate e Monastir in testa, ma anche Cagliari.
LE INGIURIE Intanto San Sperate, ancora ieri, ha tentato di
riconquistare «l'immagine perduta» urlando, seppur a bassa voce, contro le voci
della xenofobia che troppi hanno ascoltato. Invenzioni, amplificazioni della
stampa. Delle tv. Così, ieri in aula, è stato più volte ribadito. Peccato che
anche l'altra notte, in via Pio La Torre, davanti alla casa dei rom, prima da
un motorino, poi da un'auto in corsa, il razzismo si è fatto sentire eccome.
Non di una comunità certo. Di scellerati sì. Che San Sperate, la gran parte di
San Sperate vuole ora condannare. E pretende che lo faccia, ufficialmente, chi
il paese lo amministra.
Commette reato chi discrimina per motivi etnici
Da L'Unione Sarda del 6.7.12
L'acceso dibattito sollevato dalla - doverosa - decisione
del Comune di Cagliari di sgombrare il campo Rom sequestrato dall'autorità
giudiziaria e cercare una sistemazione più civile alle persone che ci vivevano
ha sollevato le indignate reazioni dei benpensanti che da giorni ci affliggono
con considerazioni come "ma dopotutto sono nomadi, che vadano in
giro", "le case devono essere date ai sardi", "ridurranno tutto
come il campo Rom, le case del paese diventeranno discariche" (ma avete
mai visto il Poetto a fine giornata?), "portateli a casa vostra" e
altre gemme analoghe.
Ancora più grave è il fatto che persone che ricoprono
incarichi politici e istituzionali incoraggino queste pulsioni non certo nobili
dell'animo umano.
Fatico ad immaginare come si possano sentire le famiglie che
già si trovano a dover gestire un difficile cambiamento nelle loro abitudini
relazionali e di vita, e sto male al pensiero dei bambini che fanno parte di
quelle famiglie di fronte ad un'accoglienza così aperta ed entusiastica (la
famosa ospitalità sarda?).
È forse opportuno, allora, ricordare che l'articolo 3 legge
654/1975 punisce con la reclusione sino a tre anni chi "incita a commettere
o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o
religiosi"; ossia - secondo la definizione data dall'articolo 1 della
convenzione di New York - realizza un comportamento che direttamente o
indirettamente comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza
basata sulla razza, il colore, l'ascendenza, l'origine nazionale o etnica, allo
scopo di distruggere o compromettere il riconoscimento, il godimento o
l'esercizio, in condizioni di parità, dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali in campo politico economico, sociale e culturale o in ogni altro
settore della vita pubblica.
La Corte di Cassazione ha già affermato, in casi analoghi,
che l'affissione di manifesti con scritte come: "No ai campi nomadi. Firma
anche tu per mandare via gli zingari" realizza il reato indicato. Gli
amministratori pubblici, inoltre, hanno un preciso dovere, stabilito
dall'articolo 43 della legge Bossi/Fini, di svolgere azioni positive per
rimuovere qualsiasi discriminazione e favorire l'integrazione di tutti nella
società. E per favore non si cerchino comodi alibi del tipo che sono gli stessi
Rom a rifiutare "le case dei sardi"; perché, come osservava Piero
Calamandrei, "quando l'articolo 3 della Costituzione dice che è compito
della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che
impediscono il pieno sviluppo della persona umana, riconosce che questi
ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli".
Chiudo con una citazione, tratta da Cicerone:
"Dell'ingiustizia, invece, due sono le categorie: alla prima appartengono
quelli che commettono un torto; alla seconda, quelli che, pur potendolo, non lo
stornano da chi lo subisce".
Giorgio Altieri
giudice del Tribunale di Cagliari
Traccia dell'intervento della consigliera Stefania Spiga al consiglio comunale del 5 luglio 2012.
Traccia dell'intervento della consigliera Stefania Spiga al
consiglio comunale del 5 luglio 2012.
Dispiace l’attenzione mediatica negativa che in questi
giorni è stata posta su San Sperate. Dispiace ancora di più che l’immagine data
dalla nostra comunità che è sempre stata esempio di contaminazioni artistiche e
culturali internazionali, sia quella di paese di fatto incapace di aprirsi alla
cultura di un altro popolo.
Avrei voluto capire meglio quindi quale è il problema
all’ordine del giorno di oggi. Di quale emergenza si parla nella convocazione?
L’ordinanza di sgombero è stata presa in adempimento al
provvedimento del Tribunale di Cagliari, per cui, entro il 2 luglio, si doveva
procedere all'abbandono dell'area nella 554 da parte dei 157 residenti (93 sono
minori).
Da fonti giornalistiche, ci risulta che i Rom, circa 29
famiglie, hanno per la maggior parte già firmato i contratti di locazione in
abitazioni private: qualcuno provvederà a pagare l'affitto con proprie risorse,
ma ci saranno aiuti e contributi da parte della Caritas. Quindi,
quasi tutte le famiglie sono già state sistemate nei nuovi alloggi. C'è anche
un fondo regionale di 579 mila euro, originariamente destinato alla
riqualificazione del campo, che dovrebbe cambiare destinazione proprio per
finanziare il piano-trasferimento.
Rassegna Stampa sul "caso Rom" a San Sperate
Da L'Unione Sarda del 6.7.2012 |
RadioPress del 4.7.2012: Assemblea infuocata a San Sperate contro l’arrivo di due famiglie Rom. Il sindaco: “Non siamo in grado di gestire la situazione”
Podcast RadioPress del 4.7.2012: Rom a San Sperate, parla il sindaco: “Non siamo in grado di ospitarli, si pensi a progetto alternativo”
Podcast RadioPress del 4.7.2012: Rom a San Sperate, parla il sindaco: “Non siamo in grado di ospitarli, si pensi a progetto alternativo”
Il disobbediente del 5.7.2012: I Rom invadono San Sperate e la ripuliscono
Blog Archeologgia Nuraggica del 5.7.2012: IL NEURONE DI SAN SPERATE… E MONSERRATO
Dazebao del 5.7.2012: La canzone di Rebecca.
Unione sarda del 5.7.2012: Rom, Monserrato si allea con S. Sperate: "Non vogliamo i nomadi della 554"
Unione Sarda del 6.7.2012: San Sperate, volantino contro i rom Sindaco protesta: "Non siamo razzisti"
Blog Archeologgia Nuraggica del 5.7.2012: IL NEURONE DI SAN SPERATE… E MONSERRATO
Dazebao del 5.7.2012: La canzone di Rebecca.
Unione sarda del 5.7.2012: Rom, Monserrato si allea con S. Sperate: "Non vogliamo i nomadi della 554"
Unione Sarda del 6.7.2012: San Sperate, volantino contro i rom Sindaco protesta: "Non siamo razzisti"
Nota di Giampaolo Mameli "Questo era ed è San Sperate. "
Di Giampaolo Mameli.
"Sono nato a San Sperate e vi ho trascorso quasi tutta la mia
vita.
Non si sceglie dove nascere, pur tuttavia non si può non essere grati al
destino quando ti da queste, come altre fortune.
Sono sempre andato orgoglioso
del mio paese e della sua gente; e gli “altri” parlando della nostra comunità
ne hanno sempre parlato in termini lusinghieri e di benevola invidia.
San
Sperate, centro in cui i valori principali sono dati dalla terra e dalla
cultura, che guarda caso diventano i motori principali della sua economia.
A
dirla tutta, io non ho mai pensato che con il termine cultura si intenda la
capacità di organizzare eventi di spettacolo o di arte, per i quali il mio
paese eccelle, ma si intenda ciò che l’accezione più nobile di questo termine
sottintende.
Cultura come capacità di trovare principi e valori comuni e
condivisi:
Una concezione(Antropologia/Etica), metafisica presenta la cultura
come un processo di sedimentazione dell'insieme patrimoniale delle esperienze
condivise da ciascuno dei membri(Morale/Valoriale), delle relative società di
appartenenza (Sociologia/Istituzioni), dei codici comportamentali
condivisi(Morale/Costumi), del senso etico del fine collettivo
(Escatologia/Idealismo), e di una visione identitaria storicamente
determinata(Antropologia identitaria/Etnicità), come espressione ecosistemica
di una tra le multiformi varietà di gruppi umani e civiltà nel mondo. Concerne
sia l'individuo, che i grandi gruppi umani(Sociologia/Collettività), di cui
egli è parte. In questo senso il concetto è ovviamente declinabile al
singolare, riconoscendosi ciascun individuo quale membro "di
diritto", del gruppo etno-culturale di appartenenza Etno-identitaria,
nonché nel "patto di adesione sociale" e nelle sue regole etiche ed
istituzionali volte al fine della "autoconservazione" del gruppo
etnico stesso.
Già dalla fine degli anni sessanta e negli anni successivi San
Sperate salì alla ribalta nazionale per l’importante fenomeno che vi ebbe
luogo: Pinuccio Sciola artista di levatura internazionale guidò un nuovo
movimento che traeva la sua forza, prima ancora che dalla grandezza del suo
artefice, dal contesto.
Ciò che rese grande e unico questo fenomeno fu la
coralità e la partecipazione solidale tra tutti i membri della comunità e la
solidarietà e accettazione nella comunità, di tutti gli elementi esterni che vi
si innestavano contaminandola.
Questo era ed è San Sperate.
Sembra un brutto
sogno, ma due giorni fa, mi sono ritrovato in un altro paese chiamato San
Sperate, proprio come il mio paese ma non può essere lo stesso.
Solo due anni
fa, venne ospite a CunCambias, Moni Ovadia, a parlare tra gente amica che lo
facesse sentire compreso e protetto, dei problemi di emarginazione e
ghettizzazione dei Rom.
E’, appunto, di qualche giorno la notizia che due
famiglie di Rom, senza un tetto, vengono alloggiate a San Sperate in due case,
regolarmente affittate dalla Charitas Diocesana: un totale di poco più di venti
persone, in gran parte bambini.
Tutti si aspetterebbero di sentire che questo
“paese invidiabile e civile” è accorso a portare solidarietà ai bisognosi, come
recita il comandamento evangelico, per chi lo pratica.
Molti componenti della
nuova maggioranza che governa San Sperate, ogni domenica, vanno in chiesa a
sentire cosa recita il vangelo e magari vanno anche ad insegnarlo ai bambini…ma
praticarlo è meglio di no, è meglio soffiare sul fuoco e parlare alla pancia di
pochi esagitati.
Poco importa se questi fanno le ronde, di padania memoria, e
minacciano chiunque solidarizzi con dei poveri padri di famiglia spaventati.
Dicono
che la preoccupazione nasce dal fatto che la scuola non è in grado di sostenere
un “impatto” così forte.
Sono abbastanza avanti negli anni e potrei ricordare
male…ma mi sembra che questa giunta si sia proposta all’insegna della
continuità, e governi con molti componenti che fecero già parte di quelle
amministrazioni che nel giro di dieci anni hanno portato San Sperate da
cinquemila abitanti a quasi ottomila, semplicemente cementificando il centro
storico e le campagne e consumando in modo irresponsabile il territorio.
Certo
si trattava di speculazioni che portavano soldi sonanti alla nostra comunità ed
erano, perciò, ben accetti.
Certo era meno dannoso e più redditizio buttare giù
due vecchie case del centro storico e sostituirle con venti mini-appartamenti:
tutti ci guadagnavano ed erano contenti, non come integrare quindici bambini
Rom…
So che la gente del mio paese non è così…spero solo che si scuotano da
questo diabolico torpore e ritrovino i tratti caratteristici della nostra
gente: generosa e solidale."
giovedì 5 luglio 2012
Alta tensione, amministratori in Prefettura
La tensione è ancora alta e gli animi non si sono placati.
Ieri mattina una processione di cittadini ha affollato il Municipio per parlare
con il sindaco Enrico Collu. Lamentele, preoccupazioni, paura. C'è chi dice che
si chiuderà anche dentro casa perché non si sente tranquillo. San Sperate
sembra essere stata travolta da un'ondata di intolleranza. «La cosa sta
degenerando. È stata la mancanza di informazione e il mancato coinvolgimento
delle amministrazioni dei paesi dell'hinterland cagliaritano che stanno
ospitando i rom dopo lo sgombero del campo sulla 554 a far nascere questa
situazione. Non siamo razzisti» ha detto preoccupato Collu. «Anche il volantino
affisso nei negozi ha ingigantito il numero dei rom e questo ha arroventato
ancora di più gli animi».
Sempre ieri la Asl, su richiesta del primo cittadino, ha
fatto un sopralluogo nelle due abitazioni di via Pio la Torre e di Ponti
Becciu. «Dalla prima stesura della relazione tecnica emerge che possono ospitare
un numero inferiore di persone. Ma questo credo vada in secondo piano. Quello
che a noi preme di più è trovare una soluzione per i cittadini e per i rom.
Venerdì mattina siamo stati convocati, insieme agli altri sindaci dei paesi che
accolgono i rom, in Prefettura per conoscere il progetto sociale di questa
operazione». Martedì pomeriggio, dopo l'assemblea, una parte degli
amministratori ha incontrato le famiglie roma nelle loro abitazioni. «Abbiamo
spiegato che non tutti i cittadini hanno accettato di buon grado il loro arrivo
e che comunque neppure noi come amministratori eravamo stati informati del
fatto che San Sperate facesse parte del progetto di accoglienza». Per domani
intanto è stato convocato un consiglio comunale straordinario per le 19. Reazioni
anche in Provincia. Ha detto il capogruppo del Psd'az Modesto Fenu: «Bisogna
discutere con le amministrazioni locali, il presidente Angela Quaquero ha già
dato la disponibilità per un tavolo tecnico con i sindaci dei territori
coinvolti nel piano di accoglienza».
Maura Pibiri
mercoledì 4 luglio 2012
«Qui non li vogliamo»
Da L'Unione Sarda del 4.7.12
SAN SPERATE. Contestata la Caritas, il sindaco ordina lo
sgombero
Infuocata assemblea contro l'arrivo dei Rom
«Sono nomadi, che vadano in giro, qui non li vogliamo».
Urla, fischi. San Sperate si scopre intollerante e fa fronte contro l'arrivo di
due famiglie rom sloggiate dal campo nomadi di via Cagliari. In trecento e
forse più, i cittadini hanno affollato la sala consiliare del Municipio per
incontrare Amministrazione e Caritas. Un appuntamento e un invito richiamati su
un volantino affisso dalla sera prima in molte strade del paese dove però il
numero degli zingari è cresciuto a dismisura.
IL MANIFESTINO “Sveglia, cari cittadini, oltre 400 rom sono
arrivati da noi allestendo per ora un campo visibile in via Cagliari e
utilizzando inoltre case all'interno del paese che presto potrebbero diventare
discariche. Per evitare l'esperienza già vissuta nel campo della 554 e per la
cui bonifica occorrono 2 milioni di euro, si invita tutta la popolazione
all'incontro...”.
Poco importa che le famiglie rom dislocate a San Sperate
siano due per un totale di 23 persone. La prima, composta da padre, madre e 6
bambini, abita da qualche giorno in via Pio La Torre. L'altra a Ponti Becciu.
Della sistemazione di queste famiglie si è occupata la Caritas in
collaborazione con il Comune di Cagliari. Ma ieri il direttore don Marco Lai si
è ritrovato sotto accusa. "Portateli a casa tua", ha gridato qualcuno
tra la folla. "Anche noi abbiamo bisogno di aiuto ma nessuno ci dà una
casa".
IL DIRETTORE Il sacerdote è stato accolto tra urla e fischi.
Così tanti da impedirgli di spiegare la posizione della Caritas diocesana. Il
sacerdote non si è perso d'animo. «Sono sicuro che queste persone che oggi
hanno parlato non rappresentino l'intera comunità».
Dice il sindaco Enrico Collu: «Abbiamo richiesto un
sopralluogo della Asl per l'abitabilità delle case. Dopo di che farò
un'ordinanza di sgombero in quanto quelle abitazioni non possono ospitare un
numero così elevato di persone. Bisogna rispettare le norme igienico-sanitarie.
Non siamo attrezzati per fornire servizi a queste famiglie, non abbiamo posto
nelle nostre scuole, i vigili urbani sono insufficienti. Cagliari non ci
informato, non siamo pronti».
LE FAMIGLIE Loro, i rom, parlano per voce di Laura
Ahmeyovic, 32 anni, componente della famiglia trasferita a Ponti Becciu. «Noi
non vogliamo prendere le case che spettano al popolo sardo, l'abbiamo detto e
ridetto. Ci hanno dato questa sistemazione perché non hanno trovato altra
soluzione. Speriamo di avere presto un campo dove possiamo vivere secondo i
nostri usi e costumi, rispettando la nostra identità».
Maura Pibiri
Dichiarazione del Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Cagliari
"Solidarietà alle famiglie ROM che hanno recentemente
lasciato il campo sulla SS 554.
Si ritiene, infatti, che i diritti
fondamentali delle persone debbano sempre essere rispettati a prescindere da etnia,
religione, stato sociale, etc., così come i doveri e le norme che regolano
la vita civile”.
Di seguito la dichiarazione del Presidente della Commissione
Pari Opportunità del Comune di Cagliari, Marisa Depau:
“La Commissione Pari Opportunità del Comune di Cagliari
manifesta la propria solidarietà alle famiglie ROM che hanno recentemente
lasciato il campo sulla SS 554 e denuncia ogni atto discriminatorio da parte
delle Amministrazioni sul cui territorio dette famiglie stanno trovando nuovo
domicilio."
martedì 3 luglio 2012
Arrivano i rom, è rivolta
SAN SPERATE. Due famiglie del campo di Cagliari trasferite a
Ponti Becciu
La rabbia dei residenti, la protesta del sindaco
Hanno urlato la loro rabbia ritrovandosi in tanti davanti
alla stanza del sindaco. Da lì, in quaranta, non si sono mossi fino a quando
non hanno avuto risposte, chiarimenti sull'arrivo di alcune famiglie rom
trasferite da Cagliari a San Sperate dopo la chiusura del campo nomadi sulla
554. Volevano sapere come mai si stessero trasferendo in case, ritenute per
ora, inagibili, così tante persone.
I NUOVI RESIDENTI «In via Pio La Torre e nella strada
provinciale 4, a Ponti Becciu, sono arrivate più di venti nuovi abitanti, tra
bambini e adulti e hanno portato anche delle roulotte» hanno spiegato alcuni
residenti della zona, «le case sono inadatte a contenere un così gran numero di
persone, in via Pio La Torre possono starcene quattro e ce ne sono almeno il
doppio». Preoccupati per le condizioni in cui andranno a vivere queste due
famiglie, anche se, pare, ne ne debba arrivare una terza. «A Ponti Becciu, sono
più di quindici, non ci sono i servizi di accoglienza, inoltre la casa non ha
l'agibilità, come faranno a vivere rispettando le norme igienico-sanitarie».
I NUCLEI I due nuclei familiari, composti anche da bambini,
sono arrivati a San Sperate questo fine settimana. «Dalla prefettura ci hanno
spiegato che in seguito allo sgombero del campo rom sulla 554, il Comune di
Cagliari ha preparato un piano di accoglienza anche nei paesi della cintura
cagliaritana. Gli affitti verranno pagati dal Comune del capoluogo, ma noi
aspettiamo un documento ufficiale che lo confermi. Tuttavia per una questione
di equità nei confronti dei miei concittadini ho chiesto di verificare se le
normative soprattutto igienico-sanitarie di queste locazioni siano in regola.
Se dovessero, come pare che sia, emergere incongruenze, si provvederà ad un
immediato intervento. Dispiace che a pagarne le conseguenze siano dei bambini,
ma oltre ad non avere i mezzi per sostenerli adeguatamente non possiamo
avvallare certi metodi di politica attiva e di mancanza di rispetto per la
dignità della nostra comunità. Sono furioso perché ho appreso dell'arrivo di
queste nuove famiglie dai miei concittadini e non dagli amministratori di
Cagliari», ha detto il sindaco Enrico Collu. I cittadini di San Sperate sono
preoccupati soprattutto per la casa affittata in località Ponti Becciu. «Se
dovessero bruciare qualcosa, come hanno fatto e fanno spesso nei loco campi,
potrebbe accadere il peggio e divampare anche un incendio. Non ci sentiamo
tranquilli», hanno denunciato gli abitanti che si sono ritrovati in Municipio.
LE SPIEGAZIONI San Sperate si ritrova dunque a confrontarsi
con un problema delicatissimo ma sgombra il campo da possibili equivoci.
«Nessuno si permetta di additarci come razzisti, l'intolleranza non ha casa da
noi». E intanto per oggi si prepara un altro appuntamento nelle stanze del
Municipio previsto per mezzogiorno. All'incontro è stata inviata anche la
Caritas.
Maura Pibiri
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