lunedì 19 ottobre 2009

Il mio intervento all'iniziativa con SORU, BARRACCIU, FRANCESCHINI.


Sono Stefania e ho 29 anni e ho iniziato ad interessarmi di politica frequentando il circolo della Sinistra giovanile del mio paese, San Sperate.




Sono insomma il classico esempio di quella militanza nuda e cruda, fatta col porta a porta, servendo ai tavoli alla Festa de l’Unità che alcuni dicono che è stata spazzato via dal PD.

Non è vero. Esistiamo ancora e siamo NOI a fare il primo argine alla deriva di questa destra quando si propone di distruggere il nostro territorio, di cementificare le nostre coste, di dividerci, di insegnarci l’odio per gli stranieri e gli omossessuali.


Siamo noi e non Face Book, come sostiene qualcuno facendo di noi una caricatura, a parlare con i nostri concittadini, a proporre i nostri valori della comunità, a seminare il germe della passione politica e a tenere vitale il popolo del centro sinistra.

Insomma, siamo noi militanti ad essere le ossa e i nervi del partito democratico e non è vero che stiamo tutti con Bersani.

C’è molta base qui oggi, ci sono molti circoli, ci sono molti democratici che comprendono e apprezzano il messaggio della mozione Franceschini e, indubbiamente, hanno apprezzato il coraggio e l’impegno del nostro segretario, da quando ha preso le redini del Partito nel momento in cui, per noi militanti dei circoli, sembrava ci fossero davvero poche speranze.

Abbiamo avuto però in questi anni la sensazione che i circoli contassero troppo poco nelle scelte fondamentali del partito e che ci fosse bisogno di un nuovo patto con la base territoriale. Un nuovo impegno perché a tutti, fosse chiaro che le energie spese anche nel più piccolo dei circoli del PD fossero l’unica credenziale necessaria per potere contare e dire la propria nel partito.

Franceschini mi ha convinta che proprio questo ripartire dalla rete dei circoli sarebbe stato il nostro modo per smontare il partito delle correnti e costruire il PD.

Badate bene, le divisioni di una classe politica si traducono in mancanza di credibilità per i cittadini.

Abbiamo dato troppo a lungo l’idea di essere un partito lottizzato per correnti, dove anche le elezioni primarie, da momento di partecipazione si trasformano in una bieca conta tra notabili, dove sparisce ogni possibilità di rinnovare la classe politica e chiamare alla partecipazione, più giovani e più donne.

E qui mi rivolgo alle donne presenti in questa sala, in questo momento non possiamo solo limitarci a vestire delle magliette di protesta nel momento in cui veniamo insultate da un Presidente del Consiglio che ci propone quando va bene, come un abbellimento della sala riunioni e quando va male come una merce da comprare. La nostra reazione deve essere più forte, più determinata.


Noi dobbiamo pretendere dai dirigenti del nostro partito, che anche nelle figure apicali, o nelle candidature alle istituzioni a sindaco o presidente della provincia, ci sia una effettiva tangibile volontà di rendere paritaria la nostra partecipazione.

E sono orgogliosa di essere candidata in una mozione che non ha concluso la sua volontà di promuovere le donne limitandosi ad applicare il regolamento sulle liste, ma candida una segretaria regionale, giovane come Francesca Barracciu e su cinque collegi, in due propone delle capolista donne all'Assemblea Nazionale.


Per questi e per molti altri motivi mi sento di dire che quando ho deciso di sostenere la mozione Franceschini non ho trovato nessuno che mi abbia chiesto da dove vieni o chi ti sta dietro. Ma ho trovato un gruppo che mi chiedeva di rappresentare in prima persona i circoli, i giovani, le donne, tutti quei mondi dai quali potrà partire la riscossa del Partito Democratico e una riscoperta dei valori della comunità dal piccolo paese di San Sperate, alle periferie di Milano e Roma.

Se prendiamo la strada giusta dal 26 ottobre potremo finalmente smettere di lagnarci e iniziare a riconquistare la fiducia e il consenso degli italiani e soprattutto dei sardi che hanno già potuto vedere quanto false fossero le promesse di Ugo Cappellacci.


Voglio concludere con una citazione simpatica di un amico che si è reso particolarmente prezioso in questa avventura: "Coraggio, il cavaliere sta finendo, noi stiamo ripartendo!"

Stefania

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