Antonio Paulis sfiduciato da 12 consiglieri su 16
Potrebbe arrivare il commissario, dopo la mozione di sfiducia votata dai dodici consiglieri di opposizione e parte della maggioranza. Attesa per il Consiglio.
Dodici consiglieri su sedici hanno firmato la mozione di sfiducia al sindaco Tonio Paulis. Non c'è più la maggioranza ma solo i numeri che rischiano davvero di mandare a casa il primo cittadino e aprire la strada al commissariamento. A sottoscrivere il documento sono stati l'opposizione, il gruppo misto e i rappresentanti del Pd (il partito di Paulis).
I FIRMATARI Una critica spietata firmata da Sergio Casti, Germana Cocco, Enrico Collu, Giorgio Collu, Giovanni Collu, Paolo Gaviano, Massimo Mameli, Fabio Pillittu, Pietro Salis, Andrea Schirru, Gianluca Schirru e persino il vice sindaco Fabio Lasio. Le motivazioni sono legate alla mancata approvazione, per la seconda volta consecutiva, degli equilibri di bilancio, causati dall'ennesimo strappo dell'ormai ex-maggioranza, la quale, avendo degli evidenti contrasti al suo interno non riesce più ad affrontare serenamente i problemi del paese. I firmatari inoltre ritengono che il sindaco non goda più della maggioranza necessaria per il proseguimento dell'azione amministrativa e che quindi non sia più legittimato ad amministrare la comunità.
LE REAZIONI «Siamo già in campagna elettorale, credo che gli uomini del mio gruppo, firmatari anch'essi del documento di sfiducia, abbiano fatto qualcosa che è stato deciso dall'esterno, insomma dal partito. Le ragioni che hanno portato a tutto ciò penso che non siano confessabili e che ci si stia nascondendo. Le riunioni di gruppo si fanno per parlare e per chiarire, nessuno mi ha mai parlato di sfiducia», è la risposta di Antonio Paulis, deciso comunque onorare il suo mandato fino alla scadenza. «Non darò le mie dimissioni, perché sono i cittadini che mi hanno votato, lavorerò fino all'ultimo e se il commissario che verrà nominato vorrà aiuto lo farò, anche gratis. Il comandante abbandona la nave sempre per ultimo, ritengo di avere lavorato bene e con molto impegno». L'opposizione intanto fa la sua analisi. «Ci spiace per quello che sta succedendo ma è stato nostro dovere far notare al sindaco che con sette defezioni del suo gruppo non ci sono i numeri per governare. Avrebbe dovuto dimettersi prima che gli fosse recapitato il documento di sfiducia con il quale viene delegittimato», ha detto Enrico Collu. Per l'ex presidente del Consiglio Giovanni Collu (Pd) «è un atto di onestà nei confronti della popolazione, si interrompe un percorso perché non ci sono più coesione e dialogo nel gruppo. Ora decidano gli elettori».
L'ASSEMBLEA Prossimo passaggio sarà la convocazione di un Consiglio comunale. Che si dovrà tenere minimo fra dieci e massimo fra 30 giorni come previsto dallo statuto comunale, dove si andrà ai voti con chiamata nominale. Se con i voti passerà la mozione di sfiducia verrà sciolto il Consiglio e nominato un commissario.
Maura Pibiri
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