DA L’UNIONE SARDA Il volo delle api sarde finisce nel nord Italia. Sono ormai oltre un milione gli insetti trasferiti in appositi “pacchetti” in Piemonte, Val D'Aosta, Toscana per ripopolare gli alveari decimati dall'uso di pesticidi in agricoltura. Le commesse sono arrivate alla società cooperativa “Apistica Mediterranea” della famiglia Caboni di San Sperate. Tra le richieste, quella avanzata dall'Aboca, una delle principali aziende nazionali di prodotti naturali. Le cassette arriveranno presto anche in Germania.
Le api di San Sperate acquistate da imprenditori del nord Italia per far fronte alla grande moria d'insetti causata dai pesticidi.
Le api di San Sperate volano al nord. Ripopoleranno gli alveari della Val d'Aosta, del Piemonte e della Toscana. Anche l'Aboca, una delle più grandi aziende italiane di prodotti naturali, ha acquistato seicento pacchetti di preziosi insetti sardi. Ma le api di San sperate non si fermeranno dentro i confini nazionali visto che anche dalla Germania sono arrivate, insistenti, le commesse di un apicoltore tedesco che ha urgente necessità di rinvigorire le sue arnie con quattromila giovani api con tanto di regina.
Un migliaio di pacchetti, da dieci mila api ognuna, insomma, sono già stati spediti. Hanno fatto (come accadrà per le nuove trasferte) un viaggio di quattro-cinque giorni dentro speciali contenitori - i “pacchetti” appunto - senza patire alcuna sofferenza nel trasporto. Casette dove stanno in 8/10 mila, più la regina madre, chiuse da una rete di metallo e zucchero liquido che serve per il loro nutrimento.
L'IMPRENDITORE «Gli apicoltori e le aziende vengono direttamente nella nostra azienda a ritirare i pacchetti. Li prenotano, li acquistano e noi vendiamo le api di cui hanno bisogno. In molte regioni il problema della moria di questi indispensabili animali è grave, se si continua con l'uso indiscriminato e scellerato di pesticidi si pagheranno gravi conseguenze. Anche noi, in primavera e in particolare a maggio, dobbiamo fare i conti con l'uso dei pesticidi nelle nostre campagne. Così siano costretti a spostare le api per evitare una mortalità che raggiungerebbe livelli insopportabili», dice Francesco Caboni, addetto alle vendite della società cooperativa Apistica Mediterranea.
GLI INDICATORI Questi insetti rappresentano una vera e propria cartina di tornasole che fornisce indicazioni sullo stato di salute dell'ambiente; grazie all'impollinazione che garantisce tra l'altro un terzo dei raccolti, assicura miele e prodotti derivati. «Abbiamo molte richieste di vendita delle nostre api, i nostri sistemi di produzione gestiscono duemila e 500 alveari, siamo i più grandi nell'Isola e anche in Italia siamo molto conosciuti per le nostre tecniche. Non riusciamo comunque a soddisfare tutte le richieste, perché sono tante, riusciamo però a dare una mano a molti apicoltori del nord», dice Giuseppe Caboni, tecnico nell'Apistica Mediterranea.
LA SOCIETÀ L'azienda, nata negli anni Novanta, grazie all'amore per le api e per la natura di Salvatorangelo Caboni, 68enne sansperatino, investe anche nella ricerca e nell'innovazione, e lo fa solo con mezzi propri. «Abbiamo tecnici specializzati, ma sarebbe utile e necessario avere rapporti con Università, centri di ricerca per poter studiare gli insetti. In Sardegna questo non è possibile perché non esistono centri specializzati e questa è una grave mancanza», conclude Francesco Carboni.
MAURA PIBIRI
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