Da L'Unione del 9 giugno 2011
PESCHETI, UN PARADISO DI 280 ETTARI
Quasi 280 ettari di pescheti distribuiti tra le campagne e il centro abitato. Giardini di piccoli e grandi appezzamenti, di dimensioni che variano da tre mila metri fino a tre ettari. Sono più di 250 gli agricoltori di San Sperate che coltivano nei loro terreni il succoso frutto dalle diverse qualità. In questa stagione la tipologia maggiore prodotta è cosiddetta pesca a pasta gialla o le pesche nettarine. I prezzi variano da uno a due euro al chilo, dipende dalla pezzatura e dalla qualità. Ogni anno per la sagra vengono offerti ai turisti e ai visitatori dai dieci ai dodici quintali di pesche. Se ne occupa la Pro loco e i produttori che vogliono far conoscere i loro prodotti. La merce venduta invece varia da annata in annata, in media, dicono gli esperti del settore, si vendono 50 quintali di pesche a sagra, senza contare però le quantità che vengono vendute al dettaglio nelle case da abitanti che hanno giardini di piccola estensione dove coltivano pesche. (m.p.)
PESCHE, 50 ANNI SENZA FESTA
Doveva essere un compleanno davvero speciale, la festa per i i cinquant'anni. Ma questo luglio non ci sarà nessun festeggiamento, e con molta probabilità l'evento salterà del tutto. L'assessore comunale all'Agricoltura Fabrizio Madeddu, organizzatore della festa assieme a tutte le associazioni, agli agricoltori e alla Pro loco, denuncia la situazione insostenibile e la sua preoccupazione.
«La sagra prevista per il mese prossimo rischia di essere posticipata o addirittura, se le cose non si risolveranno, di saltare del tutto. Il bilancio non è ancora stato approvato, e se anche lo portassimo in aula siamo in notevole ritardo». Senza il documento economico, di quattrini disponibili per la sagra delle pesche non ce ne sono. Neppure un euro dei 45 mila i stanziati dall'assessorato all'Agricoltura di San Sperate.
I GIOCHI Già a ottobre, la programmazione della sagra delle pesche era stata chiusa insieme alla Pro loco. La richiesta di ulteriori fondi alla Regione e alla Provincia, per racimolare altri 40 mila euro circa, ugualmente. Insomma, tutto pronto. O quasi, visto che ora la parte spettante sembra ora mancare all'appello. «Alla base del disguido proprio il mancato sì bilancio. «C'è un braccio di ferro tra il sindaco Tonio Paulis e i rappresentanti del Pd della maggioranza», dice Madeddu. «Il sindaco è disponibile a portare il bilancio in consiglio entro i termini previsti dalla legge, cioè giugno, ma che nella stessa assemblea si esamini e viti il nuovo Piano urbanistico. Il gruppo Pd chiede che il bilancio venga approvato separatamente dal Puc».
Una contrapposizione che rischia di spaccare la maggioranza di centrosinistra al governo da tre anni.
LA MINORANZA L'opposizione punta il dito e accusa: «Si sperava che la cinquantesima edizione portasse entusiasmo e voglia di far bene, invece grazie ai dissidi interni della giunta e alla totale inesperienza di tutti i suoi componenti, registriamo a distanza di poco meno di un mese dall'evento, un nulla di fatto. È meglio essere onesti, e sindaco in testa con tutto il suo gruppo, dovrebbe dire che non sono stati in grado di organizzare la sagra per incapacità e dare le dimissioni», taglia corto Enrico Collu.
«È giusto che la popolazione sia la corrente di quello che succede. Tale condizione potrebbe aprire le porte del Municipio al commissariamento e in questo caso non solo non realizzerà la sagra delle pesche, ma morirà anche il progetto Deco sulla denominazione comunale delle nostre pesche, si perderebbe il finanziamento di 166 mila euro per le strade rurali. Anche se il bilancio venisse approvato in extremis non abbiamo i tempi tecnici per fare la sagra a metà luglio. Si faccia in fretta, si approvino bilancio e Puc, insieme o separatamente poco importa ma si proceda», avverte l'assessore Madeddu. Oggi alle 19, il bilancio in aula ci finirà comunque. E sarà un momento di verifica per la tenuta dell'esecutivo guidato da Paulis.
LA SCELTA A convocare il Consiglio è stato il presidente Giovanni Collu. «L'ho fatto sotto la mia responsabilità vista la carica che ricopro, siamo quasi fuori tempo massimo, ecco perché il bilancio ha la sua priorità, dobbiamo dare risposte agli uffici e ai cittadini. La variante al Puc sarà invece portata a discussione entro i termini previsti».
Maura Pibiri
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