Incatenata in Municipio per poter vivere tranquilla in casa propria. Lo ha fatto ieri mattina, una donna di San Sperate, Antonia Lobina, esasperata dal chiasso e dagli schiamazzi notturni che da ormai diversi mesi hanno trasformato via Risorgimento in un inferno. Con la donna non c'erano soltanto il marito Ignazio Lampis e il suo avvocato Marcello Caredda, ma anche altri abitanti del quartiere. «In via Risorgimento c'è dal mese di aprile un circolo, il Pirañha. Non ho da ridire sulla sua apertura, ma su come si trascorre la notte. Non riusciamo a riposare. La musica è alta e rimbomba dentro casa. I frequentatori del locale, poi, escono in strada, urlano, cantano, bevono e abbandonano le bottiglie». In via Risorgimento accade altro. «Fanno i bisogni dove capita, c'è puzza d'urina. Dormire è diventato impossibile», racconta Giulia Orrù. Sono state raccolte anche delle firme e sono state depositate al Comune perché il sindaco metta fine a questa situazione. «Se non ho un documento Asl che certifichi irregolarità non posso far nulla. Lo stesso per gli schiamazzi», dice il sindaco Tonio Paulis. Antonio Ibba, 30 anni, gestisce il Pirañha. «Il locale è a norma, insonorizzato. I carabinieri sono venuti spesso, mai un verbale. Qualcosa vorrà pur dire. Chiudiamo alle due, come ci impongono. Che posso fare per il baccano, la strada è pubblica, non posso certo intervenire».
Maura Pibiri
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