SESTU. Il mondo del commercio nell'area attorno alla città capoluogo si sbriciola sulla liberalizzazione degli orari dei negozi prevista nella manovra del governo Monti. Dissensi e perplessità si mescolano ad aperture e approvazioni. A Sestu, sulla via Gorizia - la strada dello shopping per eccellenza, con un gruppo di operatori impegnati nella costituzione di un Centro commerciale naturale - si avverte un cauto ottimismo. ‹‹L'apertura prolungata delle attività potrebbe costituire - azzarda Simone Muscas, responsabile dell'Ottica - un passo avanti verso il futuro per una battaglia ad armi pari con i colossi della grande distribuzione che si ritaglia spazi importanti sull'allungamento delle vendite. Senza trascurare il fatto che si darebbe un servizio in più ai lavoratori degli uffici e delle grandi aziende con la possibilità di fare acquisti in tutte le ore della giornata. O quasi. Unico dubbio? Il personale del settore andrebbe a ingrandirsi con il conseguente adeguamento del contratto di categoria››. Sulla stessa sintonia d'onda Ilenia Pili, che gestisce una cioccolateria: ‹‹Per il nostro esercizio non cambierebbe quasi nulla. Di fatto, soprattutto durante l'estate - sottolinea - il bar-gelateria rimane aperto anche sino alle due del mattino. Il provvedimento potrebbe aprire nuovi orizzonti per portare i clienti a vivere la città anche durante la notte». E dalla Corte del Sole arrivano soprattutto voci favorevoli. ‹‹Ritengo che gli orari liberi - rimarca tra le altre Sabrina Sitzia, responsabile del punto vendita De Blasio - possano portare una spinta verso l'alto degli affari. Certo, in un periodo di crisi come quello attuale, guai illudersi. Però per rilanciare il commercio occorre percorrere tutte le strade› ›. Ma dall'impero dello shopping e del divertimento sull'ex Carlo Felice si registra qualche distinguo: ‹‹In realtà - sottolinea Francesca Medda, del Six Outlet - la sperimentazione dell'allargamento degli orari è stata fatta nel corso dell'estate con una notte bianca. E, purtroppo, non è stato un successo. Poi tenere sempre aperto potrebbe essere più costoso. La flessibilità andrebbe invece incontro alle esigenze dei clienti. Comunque sia, rispetteremo le decisioni della Policentro, titolare della struttura››.
Assemini. Altro cuore pulsante del commercio nell'hinterland, il triangolo tra via Sardegna, via Cagliari e via Carmine: ‹‹Qui le serrande sono alzate anche il sabato sera - dice Rosalba Usala, titolare di un negozio di abbigliamento - Peccato che non si vedano tanti consumatori. Anzi. Mi sembra un tentativo inutile per il settore››. Elmas. Alla fioricoltura Usala non hanno dubbi: ‹‹Aprire in notturna? Manco per idea - aggiunge Donatella Mascia - E' un provvedimento che va a favorire solo i colossi del commercio. Eppoi, la città è deserta. Sono sparite anche le discoteche, che ci avrebbero dato qualche cliente in più››. Ennesimo colpo negativo di una stagnazione che colpisce anche, centro nevralgico dello shopping, il mercato civico di via Del Pino Solitario: ‹‹Per il nostro box sarebbe impossibile aprire sino alle dieci - afferma la responsabile del Pane e salumi Debby - È una novità che non porterà da nessuna parte››. Luciano Spiga, titolare di un polo alimentare: ‹‹Non se ne parla nemmeno. I costi per l'estensione degli orari sarebbero esorbitanti e si dovrebbe assumere nuovo personale››. San Sperate. Solo gli eventi di richiamo come la Sagra delle pesche, portano tanti negozianti a sollevare le serrande per lo shopping notturno, mentre sulla statale 131 Conforama osserva l'apertura domenicale.
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