venerdì 6 luglio 2012

Commette reato
chi discrimina 
per motivi etnici


Da L'Unione Sarda del 6.7.12

L'acceso dibattito sollevato dalla - doverosa - decisione del Comune di Cagliari di sgombrare il campo Rom sequestrato dall'autorità giudiziaria e cercare una sistemazione più civile alle persone che ci vivevano ha sollevato le indignate reazioni dei benpensanti che da giorni ci affliggono con considerazioni come "ma dopotutto sono nomadi, che vadano in giro", "le case devono essere date ai sardi", "ridurranno tutto come il campo Rom, le case del paese diventeranno discariche" (ma avete mai visto il Poetto a fine giornata?), "portateli a casa vostra" e altre gemme analoghe.
Ancora più grave è il fatto che persone che ricoprono incarichi politici e istituzionali incoraggino queste pulsioni non certo nobili dell'animo umano.
Fatico ad immaginare come si possano sentire le famiglie che già si trovano a dover gestire un difficile cambiamento nelle loro abitudini relazionali e di vita, e sto male al pensiero dei bambini che fanno parte di quelle famiglie di fronte ad un'accoglienza così aperta ed entusiastica (la famosa ospitalità sarda?).
È forse opportuno, allora, ricordare che l'articolo 3 legge 654/1975 punisce con la reclusione sino a tre anni chi "incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi"; ossia - secondo la definizione data dall'articolo 1 della convenzione di New York - realizza un comportamento che direttamente o indirettamente comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l'ascendenza, l'origine nazionale o etnica, allo scopo di distruggere o compromettere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio, in condizioni di parità, dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali in campo politico economico, sociale e culturale o in ogni altro settore della vita pubblica.
La Corte di Cassazione ha già affermato, in casi analoghi, che l'affissione di manifesti con scritte come: "No ai campi nomadi. Firma anche tu per mandare via gli zingari" realizza il reato indicato. Gli amministratori pubblici, inoltre, hanno un preciso dovere, stabilito dall'articolo 43 della legge Bossi/Fini, di svolgere azioni positive per rimuovere qualsiasi discriminazione e favorire l'integrazione di tutti nella società. E per favore non si cerchino comodi alibi del tipo che sono gli stessi Rom a rifiutare "le case dei sardi"; perché, come osservava Piero Calamandrei, "quando l'articolo 3 della Costituzione dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, riconosce che questi ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli".
Chiudo con una citazione, tratta da Cicerone: "Dell'ingiustizia, invece, due sono le categorie: alla prima appartengono quelli che commettono un torto; alla seconda, quelli che, pur potendolo, non lo stornano da chi lo subisce".
Giorgio Altieri
giudice del Tribunale di Cagliari

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