lunedì 29 novembre 2010

Sullo Statuto Regionale sardo

Qualche settimana fa, all'indomani della discussa Assemblea Regionale del 16 Ottobre, convocata per approvare lo Statuto Regionale, alcuni iscritti del PD Sardo, che avevano sollevato delle obiezioni sulla legittimità di quella votazione, avevano deciso di ricorrere alla Commissione nazionale di garanzia, perchè facesse chiarezza sulla questione.

In risposta a quel ricorso formale, ha scritto proprio qualche giorno fa il segretario della Commissione nazionale di Garanzia, Giampietro Sestini.

Sono diversi i rilievi fatti. Tra questi, diverse incongruenze che attengono la forma (ma di fatto, anche la sostanza) dello Statuto Regionale con quello Nazionale.
Specificatamente sono state fatte delle puntualizzazioni imbarazzanti sul pressapochismo con cui sono stati compilati i verbali della discussione, specialmente di un’Assemblea così importante per la vita democratica del nostro partito.

Sui rilievi fatti alla denominazione e al logo, si delinea poi una questione politica piuttosto importante per la specialità del nostro partito sardo: come sottolineato in alcune discussioni online “andrebbe definito in una discussione vera e profonda se in Sardegna si vuole procedere con un partito che si federa al partito nazionale oppure con un partito che sceglie un percorso ancora più spinto”.

Resta il fatto che non è del tutto corretto sostenere, come si legge nel sito del PD Regionale, “Non accolta la richiesta di annullamento dei tre componenti l'assemblea”
Se è vero che la Commissione non ha di fatto sciolto il nodo del numero legale, ha dato però ragione a chi chiedeva una nuova votazione, stavolta però specificando "secondo le modalità previste dallo statuto nazionale", ovvero con una votazione a "maggioranza assoluta" (in sostanza 78 delegati devono votare Si, non sono sufficienti le presenze all’inizio dei lavori, ma contano i numeri al momento della votazione appunto).
Quanto meno, il Nazionale ha rimandato al mittente la questione: della serie “magari risolvetevela con maggiore autorevolezza ed attenzione a casa vostra”.


Su Area 89 e Facebook continua il dibattito online, in attesa di una nuova convocazione dell'Assemblea Regionale che termini questa fase "formale" e, si auspica, ne avvii una più produttiva sul merito.

Pubblichiamo di seguito il testo completo del ricorso e anche la risposta del Nazionale.

*** Ricorso alla Commissione di Garanzia Nazionale del Partito Democratico.


Ai sensi dell’articolo 40 co. 7 dello Statuto Nazionale del PD. 
Al Presidente della Commissione Nazionale di Garanzia Luigi Berlinguer e per conoscenza al Segretario Giampietro Sestini - PD Sede Nazionale, via S. Andrea delle Fratte, 16 – 00187 ROMA

I  sottoscritti Marco Murgia, Stefano Atzori, Sandro Marotto, Marco Matta, Selma Bellomo, Roberta Atzori, Laura Pisano, Roberto Mirasola, Maurizio Bonetti, Giomaria Cabras, Giulia Sirigu, Michele Canu, Massimo Marini, Luca Becciu, Ilaria Caria, Giovanna Casagrande, FrancescaD’Agostino, Jacopo Fiori, Matteo Lecis Cocco Ortu, Roberto Montisci, Gian Luigi Puddu, Riccardo Sarti, Cristina Milia, Massimo Meloni,Michele Calia, Rosa Tuffu, Alessandra Zidda

PRESO ATTO che in data 16 ottobre 2010, l’Assemblea regionale del Partito Democratico (d’ora in poi Assemblea) si è riunita a Ottana (Nu) per la discussione e la votazione dello Statuto dell’Unione regionale della Sardegna;

VISTO l’art.11 co. 3 dello Statuto nazionale primo cpv. (Gli Statuti delle Unioni regionali e delle Unioni provinciali di Trento e Bolzano sono approvati e modificati dalla relativa Assemblea con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti.);

VISTO l’art. 11 co. 3 dello Statuto nazionale secondo cpv. (Essi entrano in vigore entro trenta giorni dalla loro approvazione, a meno che entro tale termine la Commissione nazionale di garanzia, la quale ha il compito di verificarne la conformità con i principi fondamentali dello Statuto nazionale, non rinvii lo Statuto con le relative osservazioni all’Unione regionale o alle Unioni provinciali di Trento e Bolzano affinché provvedano a modificarlo);

EVIDENZIATO che l’Assemblea è composta da 155 membri aventi diritto di voto e che per approvare lo Statuto regionale sono necessari 78 voti favorevoli (pari alla maggioranza assoluta dei componentidell’Assemblea);

TENUTO CONTO di quanto riferito da diversi partecipanti all’Assemblea relativamente al fatto che il numero dei membri votanti sarebbe stato inferiore alla maggioranza assoluta dei componenti, la qual cosa avrebbe impedito, all’Assemblea stessa, di esprimere il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti;

LETTO il verbale dell’Assemblea in oggetto, reso pubblico in data 4 novembre 2010 sul sito ufficiale del PDSardegna (www.pdsardegna.it);

CONSIDERATO che non sono stati, a oggi, resi pubblici i nomi dei partecipanti all’Assemblea;

RICORRONO alla Commissione Nazionale di Garanzia perché provveda a sospendere l’efficacia dello Statuto regionale e dei Regolamenti votati nel corso dell’Assemblea del 16 ottobre, avvii un’istruttoria per verificare la regolarità e la trasparenza delle procedure assembleari e, qualora fossero accertate irregolarità, dichiari nullo il voto dell’Assemblea del 16 ottobre sullo Statuto regionale, CON LE 

SEGUENTI MOTIVAZIONI:

si ritiene che siano, in generale, venute meno le garanzie di trasparenza democratica alla quale devono conformarsi, sempre e in maniera inequivocabile, i processi decisionali del Partito Democratico. In modo particolare si evidenziano i seguenti gravi difetti di trasparenza:

1- pubblicazione tardiva del verbale dell’Assemblea (ben 20 giorni dopo lo svolgimento dell’Assemblea stessa);

2- verbale complessivamente lacunoso: non si dà conto dello svolgimento dell’Assemblea (non c’è traccia della discussione, sono insufficienti le informazioni sul percorso assembleare degli emendamenti);

3- verbale lacunoso relativamente al momento del voto dello Statuto: manca ogni riferimento ai votanti;

4- non sono stati resi noti i nomi dei presenti all’Assemblea.

Si allega il verbale dell’Assemblea regionale così come pubblicato sul sito www.pdsardegna.it

________________________________________


***Questa invece la risposta del PD Nazionale:

- Al Segretario della Unione Regionale PD della Sardegna
- Al Presidente della Assemblea regionale PD della Sardegna
- Al Presidente della Comm.regionale di Garanzia della Sardegna
- A Marco Murgia
e p.c.
- Al Segretario nazionale del PD
- Al Coordinatore della Segreteria nazionale
- Al Responsabile dell'organizzazione nazionale
Loro email

Si comunica che la Commissione nazionale di Garanzia, riunitasi in data 26 novembre 2010, esaminato lo Statuto dell’Unione regionale della Sardegna approvato dalla Assemblea regionale in data 16.10.2010 e trasmesso in data 29.10.2010, visto l’art. 11.3 dello Statuto nazionale, ha convenuto unanimemente sulle seguenti osservazioni:
- la denominazione “Partito Democratico della Sardegna” va sostituita, ovunque riportata, con “Unione regionale PD della Sardegna”;
- Il simbolo del PD è di proprietà nazionale, e pertanto non può essere modificato o regolamentato a livello territoriale;
- per evitare confusioni con iscritti ed elettori, il principio delle pari opportunità deve essere riferito agli uomini e donne (art.1.1);
- alla luce delle norme statutarie e del regolamento sul tesseramento, non appare corretto disporre che “Gli iscritti possono essere eletti in organismi dirigenti, di natura collegiale, di un circolo diverso da quello nel quale sono iscritti dove tuttavia mantengono, esclusivamente, il diritto di elettorato attivo” (art.2.2);
- è opportuno aggiungere all’ultimo capoverso dell’art. 2.4 la frase “in osservanza della legge 25.1.1982” (come precisato nel regolamento delle Commissioni di Garanzia);
- in caso di inadempienza o inoperatività della assemblea regionale circa l’istituzione di nuovi circoli (art.5.5), occorre precisare dopo quale termine la questione può essere avocata dalla Direzione regionale e con quale maggioranza essa deliberi. Ciò vale anche per il riconoscimento di circoli tematici (art. 7.3) nonché in tutti i casi in cui la Direzione regionale avochi a sé competenze spettanti alla Assemblea regionale (art. 13.7);
- la frase di cui all’art. 10.2 “autonomia anche all’interno del vincolo statutario delle primarie” non è ammissibile se intesa come possibilità di sottrarsi in Sardegna alla norma dello statuto nazionale sulle primarie;
- occorre precisare se la norma dell’art. 13.7 che disciplina l’Assemblea provinciale (L'assenza non giustificata per iscritto per più di cinque sedute consecutive, regolarmente convocate nell'ambito dello stesso anno solare, determina la decadenza da componente del direttivo) sia riferita alle assenze dalla assemblea provinciale oppure dal “direttivo”. In proposito, si precisa che l’organo “direttivo” in quanto tale non esiste nello statuto regionale, che prevede invece la “Direzione”.
- Deve essere previsto che le Commissioni (e non “Collegi”) di Garanzia provinciali e regionali (art. 18.1 e 27.2) siano composte da un numero dispari di componenti, come disposto dal Regolamento nazionale delle Commissioni di Garanzia.

La Commissione nazionale di Garanzia, infine, onde evitare possibili, futuri conflitti fra le norme degli Statuti regionali e quelle dello Statuto nazionale, ha ravvisato l’opportunità che in tutti gli Statuti regionali, e quindi anche in quello dell’Unione regionale della Sardegna, sia inserito un apposito articolo finale col seguente contenuto: “Il presente Statuto è formulato nel quadro dei principi fondamentali contenuti nello Statuto nazionale, nel Codice etico e nel Manifesto dei valori, le cui disposizioni prevalgono in caso di contrasto con quelle del presente Statuto e dei relativi regolamenti”.
Con l’occasione, si comunica anche che la Commissione nazionale di Garanzia ha esaminato, nella stessa riunione, il ricorso inviato in data 17 novembre da Marco Murgia e firmato da 26 componenti dell’Assemblea regionale, i quali contestano la validità stessa dell’intero statuto in quanto deliberato, a loro avviso, con soli 32 presenti su 155, e ciò in contrasto con quanto previsto dall'art. 11.3 dello statuto nazionale.

In proposito, la Commissione nazionale di Garanzia ha appurato che dal verbale della riunione dell'Assemblea regionale risulta testualmente quanto segue:
- "Sono presenti all’Assemblea 84 componenti sul totale degli aventi diritto pari a 158. Da quanto sopra l’Assemblea risulta validamente costituita";
- "All’Assemblea viene sottoposto per l’approvazione il testo dello Statuto e gli emendamenti approvati all’unanimità dalla Commissione Paritetica, appositamente insediata. Vengono inoltre sottoposti all’esame e al voto dell’Assemblea gli ulteriori emendamenti presentati alla Commissione e all’Assemblea, entro i termini stabiliti. Considerato che il preambolo dello Statuto Regionale risulta approvato in una precedente Assemblea, si procede all’esame degli articoli e degli emendamenti. Vengono approvati numero 9 emendamenti; vengono respinti numero 9 emendamenti; vengono ritirati numero 24 emendamenti. La votazione finale per l’approvazione dello Statuto Regionale è assunta all’unanimità".
Nulla risulta dal verbale circa il numero dei partecipanti al voto né circa eventuali richieste di verifica della validità delle votazioni.
Quanto sopra premesso, ai sensi dell’art. 11.3 dello Statuto nazionale, la Commissione nazionale di Garanzia ha rinviato lo Statuto all’Assemblea regionale della Sardegna affinché provveda a modificarlo in base alle suddette osservazioni ed approvarlo in via definitiva con la maggioranza prevista dallo Statuto nazionale.
Si prega il primo ricorrente del ricorso, Marco Murgia, di portare a conoscenza degli altri firmatari la presente risoluzione.

Cordiali saluti.
Il segretario della Commissione nazionale di Garanzia
Giampietro Sestini

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