giovedì 18 agosto 2011

Teatro pronto, ma solo a novembre

Di Luciano Pirroni 
La megastruttura di Argiolas Beccias senza parcheggi e servizi
                       
MONASTIR. Un gigantesco edificio in stile campidanese che domina sull'intera borgata periferica del centro campidanese costeggiando le villette residenziali in località Argiolas Beccias. E' il teatro civico di Monastir che, ideato dall'Unione dei Comuni del Basso Campidano, rischia di trasformarsi in una vera e propria farsa. La struttura, che si affaccia nel quadrilatero tra via Berlino e via Lussemburgo allungandosi sino a via Atene e via Madrid, rischia di rimanere incompleta. Il complesso di color nocciola è completato al suo interno, restano però da disegnare le aree esterne con una recinzione ed i parcheggi. «Ormai - sottolinea il presidente dell'alleanza tra i centri del Campidano e sindaco di Monastir, Ignazio Puddu - dovremmo essere pronti al decollo con la realizzazione di una strada d'accesso e dei posteggi per le auto. Stiamo aspettando la risposta della Regione per il rifinanziamento dei lavori attorno all'auditorium, poi tutto sarà terminato nel giro di qualche mese». Sarà.  Quattrocento posti a sedere, una grandissima sala per le conferenze con cento postazioni, uffici, carpiate in legno, stanze per le prove degli artisti. E ancora: quasi a fare da preludio alla grande opera è stato pensato un ingresso con cinque arcate ed un immenso loggione che si affaccia all'esterno.
«In effetti - ammette Paolo Loddo, sindaco di Ussana ed esponente dell'Unione dei Comuni - la costruzione della struttura ha subito qualche rallentamento, ora speriamo di completare l'impianto con la realizzazione dei servizi. Ci sarà un'area parcheggi ed una nuova viabilità d'accesso». E scatterà finalmente l'ora del taglio del nastro: «Se tutto dovesse andare per il verso giusto - evidenzia il primo cittadino - contiamo di inaugurare il complesso a novembre». Tempi stretti, dunque. Il costo dell'intervento si aggira sui 4 milioni di euro, con una fetta importante di risorse provenienti dall'Unione Europea. Ancora da definire la gestione della struttura con le associazioni culturali del distretto del Campidano, che corre da Monastir a Ussana per passare a San Sperate, Nuraminis, Villasor e Samatzai, che si candidano a condurre la ripartizione degli spettacoli. «E' un complesso all'avanguardia - rimarcano alcuni dirigenti dei sodalizi di Monastir - che auspichiamo possa mettersi presto in moto per ospitare gli eventi sociali e culturali del territorio». Resta la domanda su a cosa serva un teatro di queste dimensioni per una realtà a pochi chilometri dal capoluogo. La realizzazione di spazi culturali di queste dimensioni, se non supportata da una adeguata programmazione e da un sistema gestionale efficace rischia di produrre sprechi. Cioè lasciare il teatro vuoto per la stragrande parte dell'anno.

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