sabato 9 gennaio 2010

Il Programma di Davide Carta



Pubblichiamo di seguito il programma del candidato Segretario Provinciale del PD, Davide Carta.


Premessa.
Con il congresso provinciale si apre una fase decisiva per il PD in Sardegna e in particolare nella Provincia di Cagliari. In due anni di vita del partito purtroppo non si è riusciti a dispiegare pienamente la capacità di radicamento nel territorio e di coinvolgimento di cittadini ed elettori con la costituzione dei circoli e di tutti gli organismi locali.
Il confronto democratico congressuale avrà il valore di permettere di costruire, coinvolgere e valorizzare una classe dirigente del PD per un progetto comune per il territorio della Provincia di Cagliari.
Tutto questo alla vigilia di un’importante stagione politica di elezioni amministrative, prima tra tutte quella delle elezioni provinciali di quest’anno.

Un partito coeso ma plurale: valori e progetti per il cambiamento.
Il PD della Provincia di Cagliari non può e non deve essere la sommatoria dei gruppi e delle correnti che preesistevano all’interno dei partiti fondatori, ma, favorendo l’incontro di varie culture ed esperienze, deve riuscire a costruire un approccio unitario che faccia perno sul partito e sulla sua organizzazione e non sui gruppi, per sviluppare un progetto comune in risposta alle esigenze del nostro territorio.

Il PD della Provincia di Cagliari dovrà radicarsi e organizzarsi per essere:
- luogo e strumento del governo partecipato: per amministrare la Provincia ed i comuni radicando il progetto politico nella società e alimentando un costante confronto con essa, valorizzando il ruolo dei circoli e le altre modalità partecipative di simpatizzanti ed elettori;
- luogo di selezione e formazione di classe dirigente finalizzato alla valorizzazione delle competenze e alla formazione costante;
- il partito del cambiamento, dell’innovazione, della modernità: non perdere mai di vista i temi del cambiamento e la spinta sul progetto da proporre ai cittadini, proseguendo ed alimentando costantemente un progetto di cambiamento delle istituzioni e della società sarda per creare le prospettive di crescita per tutti.

Obiettivi del Governo del Partito.
Gli obiettivi della nostra proposta politica che offriamo e mettiamo a disposizione del confronto democratico congressuale sono quelli di:
- sviluppare un dibattito di merito sulle politiche di sviluppo per questo nostro territorio e per i comuni che ne fanno parte;
- fare del partito un vero luogo di partecipazione politica tenendo aperti i circoli e attivando tutte le occasioni di incontro e confronto;
- valorizzare la classe dirigente diffusa sul territorio e formare una nuova giovane classe dirigente, capace di essere in sintonia con i bisogni e le speranze dei giovani della nostra provincia;
- valorizzare e rafforzare il ruolo dei circoli territoriali e favorire l’attivazione dei circoli tematici e nei luoghi di studio e di lavoro;
- valorizzare e supportare l’azione degli amministratori locali;
- sostenere forti politiche per la parità di genere.

Le elezioni amministrative.
L’obiettivo sarà quello di rendere competitivo il Partito per candidarsi a governare le istituzioni della Provincia di Cagliari.
Il PD dovrà inoltre essere capace di aggregare attorno ad una proposta politica e ad una classe dirigente tutti i partiti della coalizione di centrosinistra, verificando le possibilità di allargamento della coalizione.
Gli obiettivi primari saranno quelli di costruire una coalizione forte, capace di vincere ancora le elezioni per il rinnovo dell’amministrazione provinciale di Cagliari e di altre importanti realtà amministrate dal centro sinistra come Quartu, Quartucciu, Capoterra, Monserrato.
In particolare il PD deve candidarsi a vincere, finalmente, le elezioni amministrative del Comune di Cagliari, partendo già da oggi con l’impostazione di un lavoro di radicamento del partito nel territorio cittadino alimentando un dibattito sui temi della città, costruendo una coalizione competitiva ed individuando al più tardi nel mese di settembre, anche con lo strumento delle primarie, il candidato Sindaco.

Una proposta politica per l’innovazione e la modernità.
È indispensabile riportare il PD sul terreno dei contenuti della proposta politica alla società sarda ed al territorio della nostra Provincia uscendo dal dibattito interno che ci ha paralizzato in questi anni. Quando i Democratici sono stati capaci di parlare dei problemi concreti dei sardi e delle proposte innovative per affrontarli sono stati sempre capaci di sintonizzarsi con la società, quando hanno smesso di farlo hanno perso il rapporto con essa e conseguentemente il consenso.
Non possiamo e non dobbiamo ignorare un patrimonio di progettualità, di partecipazione, di passione e di speranza di cambiamento che siamo stati capaci di costruire e che hanno segnato una svolta nel governo regionale con l’amministrazione di centro sinistra guidata da Renato Soru. Dobbiamo portare il meglio di quell’esperienza di forte riformismo in seno al dibattito del partito per riattualizzarla e superare i limiti che ne hanno frenato la realizzazione.
Per il futuro dovremo essere in grado di supportare maggiormente l’azione di governo delle istituzioni che amministriamo dando al partito il ruolo centrale di radicamento del progetto nella società e di confronto costante per le necessarie verifiche in corso d’opera. Ad esempio negli ultimi anni del governo regionale a causa della conflittualità interna è mancato completamente questo ruolo del partito nel rapporto di supporto e di confronto dialettico dell’azione di governo, contrariamente ai primi anni nei quali è stato svolto dai partiti della coalizione un ruolo proficuo di raccordo con la società.

Una proposta per il territorio della Provincia.
Il territorio della Provincia di Cagliari è caratterizzato da una forte polarizzazione: da una parte un’area metropolitana che può essere un perno di forte sviluppo, ma che ancora non ha una strategia di governo complessiva e dall’altra le realtà dei piccoli centri della Provincia che assistono nella maggior parte dei casi a fenomeni di spopolamento e di mancanza di prospettive soprattutto per le giovani generazioni.
Il PD dovrà essere capace di elaborare una proposta politica capace di tenere insieme queste due realtà e di dare una prospettiva ed un futuro a tutto il territorio.

Le politiche per la rinascita dei piccoli Comuni.
Nell’ambito della strategia per il governo del territorio dovranno essere considerate le politiche di promozione all’esercizio delle funzioni comunali in forma associata. L’associazione delle realtà locali secondo gli ambiti ottimali dovrà consentire di far emergere in maniera coordinata le loro potenzialità, espresse in specifici progetti di sviluppo locale.
Un ruolo decisivo per il territorio è da attribuire alle politiche per la viabilità ed i trasporti: i piccoli comuni potranno frenare l’arresto dello spopolamento solo se saranno favoriti i collegamenti e ridotte le distanze. È necessario promuovere investimenti a favore dello sviluppo della rete stradale interna al fine di abbattere la condizione di “doppia insularità” dei territori interni a forte inaccessibilità, evitando di concentrare le risorse solo sui grandi assi urbani di comunicazione. Inoltre sarà particolarmente rilevante il potenziamento dei trasporti pubblici.
Riteniamo decisivo, inoltre, continuare ad investire sulla diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione poiché esse sono in grado di fornire un contributo importante per la rottura dell’isolamento geografico, economico, sociale e culturale soprattutto dei piccoli comuni. I cittadini, a prescindere dalla zona in cui vivono e lavorano, dovranno avere l’accesso ai servizi delle amministrazioni on line, ai servizi sociali ed assistenziali e alla formazione a distanza e potranno partecipare alla vita democratica e sociale della Regione; le imprese potranno comunicare più facilmente con i partner, i clienti e la Pubblica amministrazione.
Un'altra azione da considerare per la salvaguardia dei piccoli comuni è costituita dalle politiche per il recupero dei centri storici, che possono configurare le condizioni per una rivitalizzazione delle attività commerciali ed artigianali, oltre eventualmente a quelle turistiche, e, con esse, il riaccrescimento della capacità attrattiva dei piccoli comuni.
Un welfare a misura di territorio, con il potenziamento delle strutture territoriali, in particolare di realizzazione delle Case della Salute, di decentramento dell’offerta ospedaliera (anche decongestionando i due principali poli cittadini), di organizzazione del sistema in rete, di sviluppo del sistema per l’emergenza/urgenza.
Infine la valorizzazione e l’attivazione di politiche di sviluppo locale riprendendo anche quel patrimonio di elaborazione che era stato sviluppato in occasione della prima fase della Progettazione Integrata e rimettendo insieme gli attori dello sviluppo locale.
In questo quadro il Partito avrà il compito di svolgere un’azione di coordinamento e di supporto degli amministratori locali, al fine di mettere insieme visione ed ascolto del territorio, competenze e progettualità.

Cagliari: città metropolitana.
La coalizione di centro sinistra non ha un radicamento forte a Cagliari e fondamentalmente non riesce a vincere perché non è stata capace di interpretare le aspettative ed i bisogni della realtà urbana.
L’Area urbana di Cagliari è e deve essere priorità del partito Democratico e dell’intera coalizione di centrosinistra.
Tra i temi che dovremmo discutere c’è quello del ruolo istituzionale di Cagliari.
Crediamo che il PD debba aprire un dibattito relativamente alla possibilità di definire nello Statuto Speciale un nuovo ruolo della nostra città, area metropolitana, integrando le sue competenze con quelle della provincia per dare risposte alle esigenze dei cittadini, in termini di efficienza ed efficacia dei servizi e di organizzazione dello sviluppo.
Sappiamo infatti che, con riferimento alle politiche di sviluppo di un territorio e a maggior ragione in un’area urbana vasta esistono fattori di attrazione e di orientamento dello sviluppo.
Valorizzare il ruolo di Cagliari in una logica sinergica con i comuni circostanti, potrebbe essere una proposta che permette non solo di risolvere i problemi dei cittadini del capoluogo, e dell’intera area metropolitana, ma anche di rappresentare uno dei motori della crescita regionale.
Questo richiede un nuovo approccio anche nell’organizzazione del PD. Proponiamo infatti di costituire da subito un coordinamento di tutti gli amministratori locali del PD nell’area metropolitana di Cagliari al fine di mettere insieme le politiche in materia di trasporti, gestione rifiuti, politiche sociali, politiche ambientali, politiche culturali, della formazione e della sanità.

Conferenza Programmatica provinciale.
Il lavoro degli amministratori locali è spesso fatto in solitudine e senza il necessario raccordo con gli organi del partito. Anche qui, è necessario e indispensabile invece, che tutti gli amministratori possano trovare nel PD un valido supporto per l’elaborazione di linee strategiche e di progetti per tutta la provincia di Cagliari.
In questo senso appare necessario utilizzare al meglio il lavoro dei parlamentari e dei consiglieri regionali espressi dalla provincia di Cagliari, degli assessori e dei consiglieri provinciali attraverso incontri tematici, insieme agli amministratori locali, finalizzato alla realizzazione di una Conferenza programmatica che delinei il “Progetto Provincia di Cagliari”.
Questo Progetto avrà una prima fase che sarà sviluppata con incontri su tutto il territorio della Provincia per raccogliere le istanze, i bisogni e le proposte e con un successivo momento di sintesi comune.

Il PD della Provincia di Cagliari.
Un partito autorevole. Il Partito Democratico deve recuperare autorevolezza: ciò significa disporre di strumenti di lettura e analisi della società, e capacità di tradurli in azione normativa e di governo. In una parola, vuol dire essere competenti. Sono queste le chiavi per far sì che la politica possa esercitare la sua vera funzione; solo una forza politica autorevole, infatti, può essere capace di ascoltare tutti – cittadini, parti sociali, rappresentanze di interessi – e poi avere la forza di decidere secondo gli interessi complessivi della collettività. Per costruire un partito che abbia queste caratteristiche occorre investire nelle attività di studio e ricerca, nella formazione culturale e politica dei militanti e di chi opera nelle istituzioni. Occorre attivare strumenti operativi di collegamento con vaste reti orizzontali di esperti, esponenti della società civile, volontari.

Il ruolo dei circoli e dei gruppi di lavoro tematici.
Un aspetto fondamentale per favorire la partecipazione, il coinvolgimento, la valorizzazione e la formazione di una nuova classe dirigente sul territorio sarà quello della valorizzazione del ruolo dei circoli territoriali. I circoli rappresentano il luogo del dibattito e di decisione, e si dovranno sviluppare tutte le azioni per mettere in rete le idee, anche attraverso l’uso del sito del partito e la valorizzazione anche di tutti gli strumenti che internet offre. In questi mesi i Circoli sono stati promotori di una significativa e positiva azione di mobilitazione che ha portato all’elaborazione di un documento nell’Assemblea di Serrenti. Crediamo che le proposte contenute nel documento siano da realizzare con una forte spinta alla valorizzazione di tutti gli strumenti di partecipazione e anche di valutazione dell’operato dei Circoli, oltre alla definizione di una regola per la loro autonomia finanziaria.
Un altro obiettivo fondamentale sarà quello dell’attivazione dei circoli nei luoghi di studio e di lavoro per incontrare i bisogni e le aspettative di tutte le categorie e soprattutto dei più giovani.
Il partito dovrà inoltre favorire le forme di partecipazione attraverso la costituzione di circoli tematici e gruppi di lavoro tematici al fine di offrire al partito una costante capacità di elaborazione e di proposta politica.

I democratici al servizio delle istituzioni.
Abbiamo moltissimi amministratori locali e numerosi rappresentanti nelle assemblee legislative regionale e nazionali. Il loro lavoro è sempre più complesso. I primi spesso non dispongono di strumenti di conoscenza che permettano loro di portare, nelle realtà in cui operano, proposte in linea con le elaborazioni del Partito. In questi due anni gli amministratori del PD della Provincia di Cagliari non sono probabilmente mai stati riuniti tutti insieme. Dobbiamo costruire rapidamente una rete degli amministratori, che consenta loro di cooperare anche in base alle rispettive competenze e responsabilità settoriali. L’amministrazione richiede oggi un costante aggiornamento e rende indispensabili forme più stabili di coordinamento. Per le molte competenze ripartite tra i diversi livelli istituzionali. Per trasferire conoscenza e metodi di lavoro. Per coordinare l’azione che svolgono i rappresentanti istituzionali a livello regionale, nazionale e comunitario.

Il dovere di rendicontare.
Coordinare il lavoro di chi opera nelle istituzioni ci potrà consentire di adempiere ad un fondamentale dovere nei confronti dei cittadini: rendere conto del lavoro svolto, della corrispondenza tra impegni assunti e realizzazioni concrete. Siamo convinti che questo sia un punto di forza del PD, e di profonda diversità nei confronti della destra. Proprio per questo non possiamo lasciare alla sola iniziativa dei singoli questa attività. Non possiamo improvvisare, ma dobbiamo elaborare con puntualità e comunicare ai cittadini il bilancio del lavoro svolto. In questo modo chi vota PD potrà sempre sapere a cosa è servito il suo voto. Questo è inoltre un dovere verso il Partito che deve valutare l’operato dei sui rappresentanti istituzionali.

Un partito organizzato e presente.
È questa la condizione per recuperare un rapporto efficace con la realtà nella quale viviamo. Occorre investire sia sulle strutture organizzative e connettive del Partito, sia nelle relazioni tra i suoi vari livelli e con la società: un partito che faccia largo uso delle tecnologie informatiche per comunicare al suo interno, e che riscopre la capacità di incontrare i cittadini dove essi vivono e operano, utilizzando le modalità di relazione adatte per ciascuno. È, anche questa, una funzione da potenziare: il rapporto coi cittadini è fatto di presenza organizzata, di modelli relazionali, di momenti e luoghi di dialogo. È fatta, anch’essa, di utilizzo delle tecnologie ma ancor più di contatto diretto, di presenza effettiva nei luoghi in cui i cittadini studiano, lavorano, vivono. Ed è fatto di comunicazione costante delle nostre posizioni e delle nostre proposte. Utilizzando la rete così come strumenti più tradizionali, come ad esempio spazi nelle radio e nelle TV o strumenti mirati di comunicazione cartacea.

Una nuova generazione di democratici.
Dobbiamo coinvolgere tanti volontari con compiti specifici di relazione coi cittadini, presidio e informazione ed immettere nelle attività del partito e nei percorsi di rappresentanza le persone più motivate e interessate. Pensiamo ad un progetto specifico per far crescere una nuova generazione di democratici: ogni anno 20 giovani studenti universitari brillanti e motivati, e almeno un giovane under 25 per ciascun comune della Provincia, dovrebbero essere inseriti in un percorso di crescita, che ne arricchisca la preparazione attraverso attività formative ed esperienze sul campo. In 4 anni potremmo contare così su una rilevante base di giovani preparati, in grado di portare la freschezza del loro pensiero e il dinamismo della loro generazione nel rapporto coi cittadini, nelle attività del partito e delle istituzioni. Nuove e migliori capacità che – insieme a quelle di quanti vorranno fare un’esperienza al servizio della collettività portando il valore delle loro esperienze nella società e nelle professioni – saranno pronte ad assumere ruoli e responsabilità crescenti, anche grazie all’agire dei meccanismi di ricambio costante della classe dirigente.

Un partito aperto e accessibile.
Dobbiamo elaborare un nostro modello di partecipazione e democrazia interna. Il Partito Democratico – come afferma lo Statuto Nazionale – è un partito di iscritti e di elettori. Categorie diverse di persone che sono comunque, prima di tutto, sostenitori attivi del PD, i quali esprimono semplicemente una differente intensità nella partecipazione e nella militanza, cui sono collegati specifici diritti garantiti dallo Statuto. Dobbiamo avvicinare le categorie degli iscritti e degli elettori, favorendo l’adesione al PD del maggior numero possibile di elettori, e inserire comunque questi ultimi nel circuito delle decisioni, anche con forme di consultazione diretta. È questa la via per costruire un partito aperto alla società e facilmente accessibile.

La selezione della classe dirigente.
Al fine di selezionare una classe dirigente del PD più in sintonia con la Società e capace di avere il consenso necessario per guidare i processi democratici, crediamo che si debba valorizzare lo strumento delle primarie. Le Primarie devono essere effettuate in particolare per le candidature a ogni carica monocratica o elettiva in cui non sia presente il voto di preferenza (come nel caso ad esempio dell’elezioni politiche con l’attuale legge elettorale).
Inoltre in tutte le elezioni di organismi di partito a tutti i livelli (con primarie degli elettori o con gli iscritti) proponiamo di abolire il sistema delle liste bloccate e di introdurre il voto di preferenza per permettere di eleggere una classe dirigente che abbia un reale radicamento nella società, valorizzando al contempo la rappresentanza dei territori.

Le risorse economiche: trasparenza ed equità.
Le risorse economiche del partito devono essere ripartite in relazione alle sue priorità e alla sua impostazione. È anzitutto necessaria una ripartizione più equilibrata tra le diverse funzioni nelle quali si articola la sua attività (studio e analisi; formazione; comunicazione esterna; rete di relazione tra i diversi livelli territoriali e organizzativi; strumenti di relazione con la società). Occorre stabilire un principio equo e trasparente di ripartizione delle risorse tra i diversi livelli territoriali. Dobbiamo prevedere che su base provinciale, comunale e di circolo sia garantita una quota adeguata di risorse per l’organizzazione delle attività del Partito mettendo insieme tutte le risorse derivanti dal tesseramento, dalle quote dei rappresentanti istituzionali e dai rimborsi elettorali.

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